La rilettura di Emanuela Taschini dell’incredibile storia di Joshua Bell
Era il 12 Gennaio 2007 quando su iniziativa di Gene Weingarten del Washington Post, il violinista americano Joshua Bell suonò in incognito all’ingresso della stazione metro di Enfant Plaza, a Washington D.C. Nonostante fosse la piena mattinata, delle 1.097 persone transitate davanti alla stazione solo 7 si fermarono ad ascoltarlo per pochi minuti e solo una lo riconobbe. Bell tornò a casa con poco più di 32 dollari e l’esperimento, che era stato videoregistrato, venne trasmesso in tv davanti agli occhi increduli di milioni di spettatori. Questo l’episodio che ha spinto la regista italiana Emanuela Taschini, a realizzare Il Violinista, corto in concorso presentato oggi al RIFF. «È un corto sull’episodio capitato a Joshua Bell, uno dei più grandi violinisti viventi.» ha raccontato la regista, «Ma è anche e soprattutto un corto sull’indifferenza. Quella con cui camminiamo per la strada senza renderci conto di quello che accade intorno a noi. » Quello di Emanuela Taschini non è un documentario ma un mini film: ambienta le vicende in Italia e in soli sette minuti racconta la storia di un mendicante che suona in un vicolo, davanti alla distrazione dei passanti: l’unica a volersi fermare ad ascoltarlo è una bambina ma un padre frettoloso glielo impedisce. Il mendicante svelerà presto la sua natura di artista davanti a quello stesso pubblico indifferente che, cambiato contesto e abito, svelerà la falsità delle convenzioni.
di Lucia Gerbino