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Mangia prega ama, ovvero come ritrovare se stessi senza perdere la strada

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Mangia prega ama, ovvero come ritrovare se stessi senza perdere la strada

Mangia-Prega-Ama_locandinaJulia Roberts in giro per il mondo alla ricerca del karma (ma anche di un buon piatto di spaghetti)

Mangia, prega, ama. Ma soprattutto, vivi.

È proprio questo il motto di Elizabeth Gilbert, brillante scrittrice in carriera, che all’apice del suo successo letterario e sentimentale realizza che niente, in realtà, nella sua vita sembra funzionare come dovrebbe. Niente, perché la sua felicità è solo apparente, in superficie. Talmente in superficie da rendere perfino il suo decennale matrimonio un completo e totale fallimento, che la porterà a intraprendere un viaggio alla ricerca di se stessa, ma soprattutto, alla ricerca della vita.

Ispirato all’omonimo romanzo autobiografico di Elizabeth Gilbert (il film è tratto da una storia vera), Mangia prega ama (Eat Pray Love, nella versione americana) racconta la storia di una donna qualunque, fragile ma allo stesso tempo forte abbastanza da trovare il coraggio di affrontare il suo più grande nemico, quello che ha sempre cercato di evitare: se stessa.

“La bellezza del libro – commenta Ryan Murphy, il regista del film – è che la vicenda dice esci da tuo guscio. L’idea mi affascina molto, è molto personale, perché spesso si è rigidi con le proprie scelte, ripetendo le stesse azioni giorno dopo giorno. Per esempio, mi piace molto la scena girata a Roma in cui Julia (Roberts, N.d.R.) passa un intero pomeriggio sul pavimento a mangiare. Prendere parte a questo progetto mi ha insegnato ad assaporare ogni singolo momento della mia vita”.

È proprio questo lo scopo del viaggio interiore di Elizabeth detta “Liz”: ritrovare se stessa riscoprendo se stessa, ricercando la particolarità, la specialità, la singolarità di un momento in un gesto magari consueto come il mangiare, riscoprendo, ad esempio, il valore e il piacere del cibo, che Liz apprezzerà ben presto nella prima tappa del suo viaggio, dopo lo sfortunato incontro amoroso con il bel David (interpretato da James Franco): Roma. È Roma, infatti, a rappresentare il primo passo verso la crescita personale e spirituale di Liz. La sua permanenza nella città eterna l’aiuta a riscoprire il vero valore della vita, i veri piaceri della vita, quelli a cui non si dovrebbe rinunciare mai e di cui gli italiani sono i principali sostenitori: l’amore, la vita, il cibo e il dolce far niente (qui da intendersi con accezione tutt’altro che negativa).

Una volta soddisfatto il nutrimento del corpo, però, Liz avverte l’esigenza di soddisfare quello spirituale, partendo alla volta dell’India, un posto inaspettatamente frenetico in cui la nostra protagonista riesce, però, a trovare la sua quiete, un ritaglio di posto nel mondo, grazie all’incontro fortuito e casuale con Richard del Texas (un incredibile Richard Jenkins), un uomo all’apparenza burbero e presuntuoso che si rivelerà presto una persona speciale e fidata, responsabile del primo vero passo verso il cammino della luce di Elizabeth Gilbert.

Ma è con l’arrivo a Bali, in Indonesia, che Liz scopre una verità fondamentale: quello che hai sempre cercato all’infuori di te non lo hai mai trovato per una sola ragione, era già dentro di te da un pezzo. Quel qualcosa ha un nome: equilibrio. E quell’equilibrio si conquista solo imparando a dialogare con se stessi e, soprattutto, imparando ad aprire nuovamente il proprio cuore. È proprio in questo magica terra, infatti, che Liz riesce ad ascoltare la sua voce interiore e ad aprirsi, finalmente, ad un nuovo amore (con il volto e le fattezze di uno splendido Javier Bardem).

Quello che ci si aspetterebbe da questo film è proprio quello che alla fine si vuole ottenere, dunque: una storia scorrevole, dinamica, ricca di colori, sapori, odori, profumi, persone. Mangia prega ama è, infatti, un film estremamente sensoriale, in cui il regista, in compagnia degli attori, del direttore della fotografia e dei costumisti e scenografi, è riuscito a riprodurre fedelmente e alla perfezione ogni minimo dettaglio, consentendo allo spettatore quasi di rivivere le stesse sensazioni provate dalla protagonista, in un poetico turbine di emozioni senza tregua.

 

di Luna Saracino