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Per fortuna che c’è Hesher

In attesa di vederlo ne Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno,  Joseph Gordon-Levitt non smette di dichiarare il suo amore al cinema indipendente

Hesher irrompe nella vita delle persone come un angelo riparatore dalle maniere decisamente poco ortodosse. Con in dosso la maglietta dei Motorhead ed un look ispirato al bassista dei Metallica Cliff Burton, si aggira in luoghi sconosciuti,  all’interno d’intimità casalinghe in affanno con la bizzarra intenzione di riportare ordine attraverso il più assoluto e totale disordine. Per questo motivo, quasi per caso, la sua vita entra in collisione con quella del giovane T.J. e del padre Paul, caduti in depressione in seguito alla morte della madre e della moglie. Tornati a vivere con l’anziana nonna, i due sembrano essersi lasciati andare ad un vortice d’indifferenza e apatia aggravato da una rabbia in perenne pericolo d’esplosione.  All’interno di questo quadretto famigliare poco idilliaco s’inserisce Hesher che, dopo uno scontro iniziale con T.J.,  prende possesso del divano cospargendolo della sua umanità precaria. Così, tra scontri con il teppista Dustin, l’incontro con la gentile Nicole e le lezioni di bong impartite ad una nonna affranta dalla sua inutilità, l’intruso progetta per T.J. un originale percorso di crescita fatto di arresti, tradimenti e vandalismi. Tutto per imparare ad andare oltre il vuoto della perdita e per affrontare il lutto di una vita apparentemente nemica.

Da Una famiglia del terzo tipo, ruolo che gli diede grande fama nei panni di un ragazzino extraterrestre che fingeva di essere ebreo, al tanto atteso Il cavaliere oscuro – Il ritorno Joseph Gordon –Levitt ha percorso una lunga strada artistica. Apparentemente destinato all’oblio in cui cadono quasi tutti gli attori bambini, l’ex ragazzino prodigio si è trasformato, secondo il New York Times, “in una delle migliori giovani star nel firmamento del cinema indipendente”. Un titolo che Joseph si è assicurato abbandonando il grande schermo a vantaggio dei suoi studi alla Columbia University,  per poi tornare alla recitazione con la ferma intenzione di fare solo buoni film. Un desiderio che ha realizzato come protagonista della commedia 500 Giorni insieme, debutto alla regia di Marc Webb, e di Hesher è stato qui, uscito nelle sale americane nel maggio 2011. Realizzato prima dell’incontro con Nolan , che lo ha voluto nel cast di Inception, il film rappresenta una delle sfide interpretative più stimolanti offerte dal cinema degli ultimi anni. La dove le major non vogliono o non possono osare, le produzioni indipendenti  dimostrano di poter intervenire con coraggio e una forte dose di disillusione commerciale.  Lo stesso disincanto che, accomunato a un desiderio di sperimentazione, rende plausibile un racconto come quello diretto da Spencer Susser in cui la figura dell’eroe perde appeal estetico e morale senza mostrare necessariamente il suo lato oscuro. Al contrario, con una capigliatura metal ed il corpo ricoperto di tatuaggi, Gordon-Levitt non gioca con modelli recitativi facilmente basati sull’anti-socialità, ma si “limita” a dare forma ad un personaggio consapevolmente immerso nella più totale incoscienza. In questo modo rabbia e violenza si riappropriano di un significato e di una collocazione quasi naturale, riuscendo a modulare dramma e commedia, perdite e ritrovamenti.

di Tiziana Morganti