Diretto da Antonello De Leo e Pietro Loprieno, è una commedia all’italiana nuova e fresca. L’amicizia, il riscatto del Sud, la riscoperta del rapporto padre-figlio e tante risate in questo road movie rigorosamente DOP (Di Origine Pugliese)
Non è facile fare una commedia e “Le Frise Ignoranti”, diretta da Antonello De Leo e Pietro Loprieno, ha il pregio di non essere mai banale. Riesce, inoltre, a regalare più di un sorriso e non è poco. Si distingue per il continuo gioco delle incomprensioni e di misunderstanding. E la vera abilità è degli attori, che creano non personaggi ma persone. Sa di vero e questi sembrano motivi più che validi per andarlo a vedere. Anche la conferenza stampa di presentazione è uno spettacolo nello spettacolo: merito soprattutto di Dario Bandiera, Lino Banfi e Francesco Pannofino (in ordine rigorosamente alfabetico), ma anche degli altri attori che mostrano un’umiltà e un affetto per il film che regalano un’ulteriore emozione alle tante, con gag comiche interminabili. Instancabili, tirano fuori una battuta dopo l’altra, come nel film, una carrellata di doppi sensi divertenti e mai scurrili, che continua a regalare risate alla stampa. Elencarle sarebbe fare un film dal film. È sembrato di stare quasi sul set, con la stessa atmosfera familiare e autentica che si è respirata in sala. Una commedia che va contro ogni stereotipo, prima imitando e riprendendo i luoghi comuni più diffusi per poi smontarli per spronare ad accettarsi ognuno per ciò che si è.
Mimmo (alias Francesco Pannofino), dopo aver scoperto di avere un male incurabile all’ultimo stadio, sparisce. Il figlio Luca (William Volpicella) partirà alla sua ricerca, accompagnato dagli amici della band in cui canta e suona: le Frise Ignoranti.
I registi hanno saputo rendere tutto semplice, facile e scorrevole quando invece, di fronte, si aprivano questioni etiche, morali, esistenziali tutt’altro che banali e scontate. Questo non è poco e non riesce a molti altri sceneggiatori. Forse il film è paragonabile a un’opera di Edoardo Leo, o dei fratelli Manetti (Song’e Napule) o di Ficarra e Picone. Tra l’altro una delle attrici del cast, Rosanna Sparapano, ha recitato nel film “Anche se amore non si vede” appunto di Ficarra&Picone. In questo film, invece, interpreta Maggie, una tatuatrice giamaicana, una delle ultime persone incontrate da Mimmo.
“Le Frise Ignoranti” sfata miti e stereotipi e, se si dovesse fare un’ulteriore citazione cinematografica di questo film volutamente citazionista e commemorativo, potrebbe essere quella di “Focus-niente è come sembra”, con Will Smith.
Nel road movie di De Leo e Loprieno, infatti, nulla è come sembra apparentemente, nel senso che ci sono continui ribaltamenti delle situazioni e dei (pre)concetti. Il figo diventa il meno avvenente del gruppo; la bellezza da modella di Eva Riccobono (alias Caterina, la moglie di Luca) viene valutata quasi inconsistente e superficiale da chi come Luca cerca il calore di una risata, di un sorriso quale quello di Maggie, mentre Caterina è seria, appare fredda e distaccata. O forse col marito sono due mondi troppo diversi per conciliarsi per chi non sa vedere i tatuaggi invisibili (come li chiama Maggie) che ognuno di noi porta sulla propria pelle: quelli delle cicatrici più profonde e indelebili, ma senza che lascino segni apparenti, dei dolori, delle sofferenze, delle paure e della rabbia. Viceversa creano empatia i personaggi (quasi due alterego) di Franchino (l’amico di Luca che lo tradisce per errore con la moglie, interpretato da Nicola Nocella) e di Luca. Il primo per la sua sincera e spontanea genuinità. Il secondo per il fatto di cercare una profondità che vada oltre e al di là dello sfarzo inconsistente della famiglia ricca e nobile della moglie. Cerca il successo con la sua band con ambizione nella musica, senza puntare troppo sull’avvenenza fisica, ma svolgendo una ricerca su di sé che sembra più intima ed introspettiva, che ostentata per avere riconoscimenti o favori o per ricevere attenzioni. Sono i suoi momenti riflessivi di silenzio a pesare, che solo pochi possono comprendere, come Franchino, gli amici del gruppo e Maggie. O il padre, che poi in fondo così superficiale come sembra non è. Così come anche il manager delle Frise Ignoranti, Salvatore (Dario Bandiera), apparirà meno spregiudicato di com’era all’inizio: anzi sembra quasi avere una liberazione dal gruppo quando gli fanno rompere i rapporti discografici con la cantante Shaquira (tributo a Shakira). Così come curiosa è la figura della dottoressa Pizzuto, la psicologa interpretata magistralmente da Federica Cifola: colei che dovrebbe dare equilibrio, certezze, serenità, pace interiore, tranquillità, invece si rivelerà molto tormentata e complessata, piena di dubbi, di sensi di colpa e di inferiorità soprattutto nei confronti di quei pazienti che non è riuscita ad aiutare come avrebbe voluto. Un personaggio complesso che, una volta di più, dimostra quanto…niente è come sembra. Anche questo è il misunderstanding che sorge da incomprensioni comuni.
di Barbara Conti