Tratto dall’omonimo libro di Francesco Pinto, la fiction che ha come tematica la costruzione dell’ Autostrada del Sole andrà in onda il 20 e il 21 ottobre su Rai 1. Coprodotta da Rai Fiction e Cattleya, vede nel cast: Ennio Fantastichini, Giorgio Marchesi, Carmine Recano, Anita Caprioli, Valeria Bilello e Raffaella Rea
Il 20 ed il 21 ottobre prossimi, Rai Uno manderà in onda in prima serata “La strada dritta”, per la regia di Carmine Elia, una fiction su una delle più grandi costruzioni effettuate in Italia: l’enorme infrastruttura dell’Autostrada del Sole. Un’impresa impossibile che vedrà la luce grazie al coraggio e alla tenacia di uomini che credono nel progetto, guidati da Fedele Cova (Ennio Fantastichini), ad della Società Autostrade. Non è solo la storia dell’origine di questi 755 chilometri di autostrada, che unirono l’Italia da Nord a Sud, da Milano a Napoli; di questi otto intensi anni di duro lavoro, sotto le intemperie meteorologiche; della realizzazione di 113 viadotti sospesi, 572 cavalcavia, 38 gallerie, 57 raccordi; è anche e soprattutto la storia di uomini che, dando vita all’Autostrada del Sole, hanno trovato la propria “strada dritta”, il proprio destino. Il film si ispira liberamente all’omonimo libro di Francesco Pinto (edito Mondadori), ma non rende solamente passaggi realmente avvenuti prima che l’Autostrada del Sole fosse completata; l’attinenza storica ai fatti si riscontra anche nel rendere bene l’atmosfera dell’epoca, di un Paese che stava cercando di risorgere dalle ceneri del dopoguerra, macerie della II guerra mondiale che rendevano difficile la ripresa, soprattutto economica. Un’Italia in cui c’è l’insorgere dei primi sentimenti di contrasto all’emancipazione femminile, tramite le tre donne protagoniste: l’architetto Bruna Alessi (Anita Caprioli); Maria (Valeria Bilello), giovane sarta che sogna di poter cucire per la Rai; Angela (Raffaella Rea), moglie di Gaetano De Angelis (Carmine Recano), un operaio venuto a Milano da Napoli a cercare lavoro; e grande amico dell’ingegnere Giovanni Nigro (Giorgio Marchesi), con cui ha fatto la campagna di Russia, che è l’assistente ed amico fidato di Cova. Una nazione dove sono spesso frequenti le continue rivolte di operai, sempre più tediati dalle estenuanti condizioni in cui sono costretti a lavorare nei cantieri. Uno Stato caratterizzato dal continuo flusso di emigrazione interna dal Sud, verso il Nord, alla ricerca di una speranza per il futuro per sé e le proprie famiglie, come Gaetano De Angelis. Mettere in scena tutto questo serve anche, al contempo, a rendere un omaggio alla creatività italiana, all’intelligenza e alla capacità dell’ingegneria italiana, come ha sottolineato in conferenza stampa di presentazione Sandro Petraglia, uno degli sceneggiatori. Tanto che, come evidenzia Fantastichini, alcuni brevetti sono ancora in uso, poiché sono stati testati su uno dei tragitti più difficili al mondo. Un progetto reso possibile ed attuato da quelli che l’attore definisce “uomini del fare”. Per questo -prosegue Fantastichini- occorrerebbe innestare, dalla visione di questo film e da quest’esperienza reale e storica, “una riflessione sul passato, che possa essere motore di un presente e di un futuro migliori”.
Protagonista principale di questa vera e propria “impresa immensa”, come la definisce il regista Carmine Elia, è l’unico personaggio storico realmente esistito di Cova. Girando il film, Elia ha pensato alle vicissitudini di “Ulisse che voleva arrivare ad Itaca”, ed è così che si è immaginato Cova: come Ulisse. Del suo personaggio lo ha colpito soprattutto la capacità di “usare la furbizia per trovare la res publica, il concetto di bene comune, in luogo dell’interesse personale, in nome del quale agisce”. Ed anche l’attore Ennio Fantastichini ha raccontato il suo personaggio: un uomo che aveva “una visione profondamente europeista” e d’avanguardia per l’epoca, per questo a volte gli stanno stretti “l’ottusità e il rigore” del Paese, soprattutto i cavilli burocratici a cui si oppone. È mosso da una “determinazione” profonda, “da una passione che si tramuta in ossessione e viceversa”, ma comunque è sempre guidato da un’ostinazione encomiabile.
A sottolineare, poi, la valenza di questo prodotto cinematografico è stato il vicedirettore di Rai Fiction Francello Nardella. Per far capire e spiegare la portata storica della costruzione dell’Autostrada del Sole, Nardella ha fatto un esempio concreto: se all’epoca si fosse avuto un chilo di mozzarella da portare da Napoli a Milano e non fosse stata edificata l’Autostrada, si sarebbero impiegati circa 2-3 giorni e quella mozzarella sarebbe diventata ricotta cagliata. Per questo motivo il film sulla sua realizzazione “si inserisce e completa la trilogia di serie Rai dedicate ai talenti italiani, insieme a quelle sul Maestro Manzi e su Olivetti. E che vogliono fare un tributo alla loro capacità di buttare il cuore oltre gli ostacoli”, di investire tutti se stessi fino in fondo in un’iniziativa con “una visione collettiva” per poter offrire un servizio pubblico in grado di far crescere l’Italia. A 50 anni dall’inaugurazione dell’Autostrada del Sole, il 4 ottobre 1964, esce dunque “La strada dritta”, film coprodotto da Rai Fiction e Cattleya. Ed è stato proprio Maurizio Tini (per Cattleya) ad evidenziare tutte le difficoltà di realizzare un prodotto così valido.“È stata un’operazione molto complessa e faticosa. Abbiamo dovuto ricostruire scenografie non più esistenti, ma abbiamo anche ambientato sequenze complesse (il Po’ in piena o la costruzione di un grande ponteggio, o piloni che non c’erano per esempio); in totale abbiamo avuto 400 inquadrature manipolate con effetti visivi, mentre di solito nei prodotti televisivi sono 40”. Soddisfazione infine per questo film, ma per tutto l’intero settore della fiction italiana siglata Rai, è stata espressa dal direttore di Rai Uno Giancarlo Leone, che con orgoglio ha affermato: “La Rai sta viaggiando su ascolti in prima serata vicini al 41%; è questo è il frutto di un lavoro di squadra. Anche in un momento di crisi il gruppo Rai ha deciso di investire sulla fiction e sulla qualità della stessa. In particolare, la fiction e l’intrattenimento sono le architravi soprattutto di Rai1”. Una fiction che sa unire l’aspetto più drammatico a quello più romantico. Anche qui il regista Elia ha voluto ribadir che a progredire “non è solo l’autostrada che viene costruita, ma anche tutte le storie d’amore”, che si articolano man mano nel film. In cui non c’è nulla di scontato.
di Barbara Conti