Finalmente sugli schermi italiani il capolavoro di Miyazaki e dello Studio Ghibli
È uscito da qualche giorno nelle sale cinematografiche italiane il film d’animazione Il Castello nel Cielo. La pellicola, scritta e diretta dal regista Hayao Miyazaki, vide la luce in Giappone nell’ormai lontano 1986, prodotta dallo Studio Ghibli, che negli anni successivi divenne un faro nel panorama della cinematografia e dell’animazione del Giappone – e non solo.
Nel 1986 il film (il cui titolo originale è Tenkū no shiro Laputa) fu premiato in Giappone come miglior film d’animazione. Nonostante questo, ebbe numerose difficoltà a penetrare nei mercati occidentali. Anche quando questo accadde, la pellicola non ricevette l’attenzione che le spettava. Era il 2004 quando venne prodotto, in Italia, un DVD del film destinato all’home video. Meno di un anno dopo, tuttavia, il DVD fu ritirato dal mercato.
Oggi, a distanza di molti anni, Il Castello nel Cielo torna a porsi all’attenzione del pubblico occidentale e lo fa reclamando l’attenzione che merita. Se il film arriva finalmente sui grandi schermi italiani è merito della casa di produzione Lucky Red, che sta proseguendo col suo progetto di portare in Italia tutti i titoli dello Studio Ghibli.
Sarebbe superfluo domandarsi perché riportare in auge un film ormai datato. Il Castello nel Cielo rappresenta una delle opere migliori di Hayao Miyazaki, che ha già incantato il pubblico italiano con successi come Il mio vicino Totoro, La città incantata o Il castello errante di Howl. Sia nell’estetica che nelle tematiche, Il Castello nel Cielo reca i segni tangibili del tocco del suo creatore, che nelle oltre due ore di narrazione, crea sullo schermo una storia avvincente e profonda, dalle numerose implicazioni ideologiche.
Pazu, un giovane ragazzo minatore, si ritrova tra le braccia una ragazza, caduta levitando dal cielo. Si tratta di Sheeta, precipitata dalla sua aeronave mentre tenta di fuggire dai pirati che vogliono catturarla. Pazu soccorre la ragazza e stringe subito amicizia con lei, scoprendo poi che Sheeta è una discendente del popolo di Laputa, il Castello Volante. Pazu decide di aiutare la sua nuova amica a fare ritorno nella sua città e i due si immergono in una grande avventura, alle prese con inseguimenti, soldati e pirati.
Il Castello nel Cielo è un nuovo, eccelso esempio della poesia di Miyazaki, malinconica e speranzosa al tempo stesso, pregna di pessimismo sulla natura umana ma al contempo portatrice di speranza e redenzione. Redenzione che nasce dalla crescita e dall’affermazione personale, dal duro lavoro, dall’amicizia e dall’amore, dal desiderio di viaggiare e dalla sete di pace, elementi che nella pellicola si mescolano sapientemente e rapiscono lo spettatore, incantandone lo sguardo.
di Silvestro Capurso