Una serie caratterizzata da amori di stampo adolescenziale, imitando Grease in modo parodistico e autoironico.
Tornata su Rai Uno la terza stagione attesa di Velvet. Innamoramenti adolescenziali apparentemente disinteressati di tutto il resto, con un pizzico di frivolezza e leggerezza che non mancano di citare Grease. Si balla tanto come in un musical. Sembra una parodia autoironica delle precedenti serie, ma attenzione alle false imitazioni, che rischiano di avere il sapore di un’ingenuità deludente.
Tuttavia Velvet 3 parte positivamente, all’insegna dell’euforia e dell’entusiasmo. Subito la prima puntata si apre con Alberto (Márquez Campo, alias Miguel Ángel Silvestre) che vuole divorziare da Cristina (Otegui, alias Manuela Velasco) per Anna (Ribeira, alias Paula Echevarría) e balla il tip tap felice e contento come in una fiaba. L’atmosfera un po’ da sogno c’è. I personaggi sembrano la parodia di loro stessi, in cui l’arte della seduzione è spinta ed accentuata con vanità e una sensualità erotiche che ne fanno una primavera di Velvet, un nuovo inizio: nuovi amori, ma troppe camere in questi cuori ingarbugliati che citano Grease, tra legami amorosi di stampo estivo e con un’aria da vacanze più fresca, allegra, gioiosa e meno seriosa, meno incentrata sul lavoro e sulla nuova linea. Vuole divertire Velvet e gioca con la spensieratezza di giovani alle prese con il godersi il momento roseo e florido della loro storia d’amore, senza curarsi d’altro. Innamorati, troppo forse; il dubbio che si sia esagerato c’è, come dice Bárbara (de Senillosa, alias Amaia Salamanca). Ma l’intenzione è colpire il pubblico con un incipit totalmente diverso e inaspettato, per far capire che Velvet è anche una grande erede delle soap opera e telenovelas smielate, ma in cui i sorrisi sono quelli illuminati da un amore fanciullesco, che però serve a dare leggerezza e non a svuotarne il senso. Allegria ripresa anche con l’organizzazione di una festa. Festeggiare in allegria: quale modo migliore per cominciare?
Anche le musiche hanno il ritmo di uno swing, con tanto di scivolata finale. In amore tutto bene, mentre nel lavoro indietro tutta: sembra questo l’oroscopo del giorno di Velvet. Con la stessa incoscienza precipitosa con cui si vive una storia d’amore, si cambia la perla della collezione all’ultimo minuto. Genio e sregolatezza dunque in Velvet 3. Poi all’improvviso l’amore e la musica ispirano e il lavoro procede a gonfie vele, trascinati dalla carica e dall’adrenalina che trasmette. Gridolini di gioia, ci si agita e ci si entusiasma con naturalezza e in maniera incontrollata, felici e senza sentirsi ridicoli. Con la freschezza della giovinezza nel vigore del suo splendore, contrasta il senso di vecchiaia, dell’età che avanza con cui fa i conti don Rafael (Márquez, alias Tito Valverde). L’anzianità può essere ancora una saggia ed utile consigliera per la Velvet o è un peso e un intralcio per questo mondo in fermento e in continuo e veloce cambiamento, che ha la stessa mutevolezza delle rivoluzioni giovanili? Primavera di rinascita della passione con la riscoperta del gioco erotico. L’amore ritrovato ad ogni età e livello sociale e aziendale. Questo equipara, rende simili e dà dignità pur mantenendo sempre l’aura da favola E così la bella Anna viene punita e fa una brutta scoperta che la ferirà molto. Nel finale, infatti, non mancano retroscena inediti, positivi e negativi, degni di ogni storia romanzata e di fantasia.
Nella conclusione, Alberto dedica l’elezione quale ‘uomo dell’anno’: “A mio padre e mia madre che mi hanno insegnato la fatica, il sacrificio, l’ impegno a lottare sempre per le cose cui teniamo e in cui crediamo”; le origini non vanno mai dimenticate: questo un po’ il filo conduttore con le precedenti stagioni. Tuttavia Alberto verrà a sapere che sua moglie Cristina aspetta un figlio da lui. Si passa, così, dal divertimento alla serietà massima e di colpo si ritorna lucidi. Intanto Cristina e Barbara fanno un brindisi, contente e quasi cinicamente e malignamente felici, “Alla futura maternità e a un anno pieno di successo”.
Però arrivano anche le nuove stoffe, quasi a disegnare una nuova era dei grandi magazzini. Rita (Montesinos Martín, alias Cecilia Freire) si sente come in un musical. Si dispensano baci e abbracci ilari e radiosi e ci si muove, ci si sposta danzando e non camminando. Quasi tutti eterni Romeo e Giulietta a contendersi lo scettro della storia più romantica di tutte. Si gioca con le porte dei magazzini, ci si sente delle dive, delle star di Hollywood affascinanti in abiti di lusso raffinati. Gioielli oltre i vestiti è, poi, il progetto rivoluzionario di Cristina e Barbara per tutta Madrid: quella degli anni ’50, che questa serie tv spagnola omaggia.
“Non serve avere qualcosa sotto se non c’è nessuno che se ne accorge”, “il rispetto va guadagnato”, sono le due leggi che regolano le vendite e il mercato. Tuttavia “La moda è al di sopra di tutto, persino di ogni tragedia ed è la salvezza dello stilista, qualsiasi cosa gli sia capitato”, è la nuova scoperta consolatoria su cui si insiste. Tra novità, colpi di scena, ambizioni, invidie, ripicche personali, vendette, idee rivoluzionarie, operazioni di marketing di stampo moderno e d’avanguardia di impresa al femminile, sono più le figure femminili e le donne di questa serie a prendere l’iniziativa e a compiere atti di coraggio che porteranno, o almeno tendono, al cambiamento. L’uomo dell’anno (titolo del primo episodio) ed erede della nota ditta d’abbigliamento, infatti, è nominato Alberto; ma non è pronto a fare il padre. Sembra lavorare più la moglie Cristina dietro le quinte. Mesi di lavoro, lacrime e fatica per la nuova collezione sugli anni Venti, che arriva al termine del primo episodio (quando è presentata in anteprima, che però ha le sembianze e rispecchia la creatività di Anna: la vera giovane stilista di talento; la moda sembra davvero il suo asso nella manica, più che la seduzione; se il fascino comunque non le manca, è l’estro artistico a caratterizzarla. Anche la vita assume lo stesso ritmo di una sfilata in passerella per sfoggiare il proprio fascino e talento.