Dopo Blade Runner, Ridley Scott e Philip Dick si ritrovano insieme, sotto il segno di una svastica sul sole
Oltre alle gradite conferme di quest’anno, il Roma Fiction Fest ha dedicato un po’ del suo tempo – come è solita fare – ad alcune produzioni più ricercate, meno conosciute, ma che tuttavia meritano di essere scoperte.
Ideata da Frank Spotnitz (che molti lo ricorderanno per essere stato una delle menti di X-Files) e prodotta da Amazon Studios e Ridley Scott, dal 20 novembre sarà disponibile su Amazon Video la trasposizione del romanzo di Philip Dick, The Man in the High Castle, una produzione in 10 episodi il cui pilot è stato presentato dal colosso di Seattle lo scorso 15 gennaio ed ha ottenuto un successo di pubblico tale da permettergli l’avvio della realizzazione vera e propria, avvenuta a partire dal 18 febbraio 2015.
Seppur con qualche licenza registica, la serie tv di Spotnitz si avvicina molto negli intenti al romanzo di Dick: The Man in the High Castle è il racconto ucronico di un futuro alternativo in cui le potenze dell’Asse Ro-Ber-To hanno in realtà vinto la Seconda Guerra Mondiale. All’indomani della guerra, le superpotenze hanno diviso gli Stati Uniti in due aree distinte (separate dalle neutrali Montagne Rocciose): una governata dal regime totalitario nazista, l’altra controllata dall’imperialismo giapponese. Come ogni dittatura che si rispetti, non mancheranno le risposte sovversive, specialmente quelle di un misterioso uomo che vive in cima ad un castello e che realizza fantacinegiornali incredibilmente realistici su come sarebbero realmente andate le cose (siamo davvero sicuri che la Germania abbia vinto la guerra? E se fosse solo quello che vogliono raccontarci?).
“The Man in the High Castle è un progetto estremamente costoso – ha detto Frank Spotnitz – ed è una fortuna che un colosso come Amazon si sia interessato alla sua realizzazione. Non solo: The Man in the High Castle – ha poi continuato – è anche un progetto estremamente coraggioso, oltre che pericoloso, perché racconta una realtà alternativa toccante e racconta di un passato ancora troppo vivo nella memoria collettiva per poter essere affrontato anche solo in maniera fantascientifica”.
Avere il beneplacito di Amazon, tuttavia, è certamente un gran colpo di fortuna, senza il quale Spotnitz non avrebbe forse mai avuto la libertà di cui ha goduto durante la realizzazione. Il risultato finale è sorprendente: la fotografia cupa, scura, gelida e inquietante anticipa allo spettatore il contenuto della narrazione; la scenografia e i costumi sono estremamente curati, sin nel minimo dettaglio, al punto che ci sembra persino plausibile che Giappone e Germania abbiano vinto la guerra.
Il prodotto finale, dunque, è sempre più vicino al cinema che alla televisione: merito, anche, del binge watching tanto caro all’on demand, che permette allo spettatore estremo controllo della visione.
Link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=hzz_6dmv03I
di Luna Saracino