La voce delle selkie irlandesi nella leggenda poetica e avventurosa del cartoon più struggente del festival
Saorsie non parla, ma scruta le onde, è nata dai flutti, non ha neppure conosciuto la madre. Con lei vive il fratello maggiore Ben, sei anni di dolore rappreso nella smorfia dello sguardo, sempre rivolto al cagnolone compagno, Cu. Il gigante buono, il papà, appeso al suo rimpianto e al dramma oscuro dell’abbandono, guardiano del faro ingabbiato nella sua depressione silenziosa. Tutto inizia da una filastrocca antica, sussurrata dalla mamma ai bordi del letto di Ben, poco prima del parto che cambia la vita di tutta la famiglia. La mamma, Bronagh, dalla voce incantata svanisce, lascia Saorsie neonata alle cure del papà e di Ben, che custodisce con gelosissimo amore la conchiglia-strumento, unico ultimo lascito materno. Potrà Saorsie, metà sirena (selkie), metà umana, intonare il canto ereditato dalla madre e salvare se stessa e le creature del mondo “altro” dall’oblio delle emozioni e ritrovare l’affetto di Ben, per diventare insieme “grandi”?
Il calore e la potenza della tradizione (irlandese) mitica e folklorica, radicato nelle vene narrative come il migliore Miyazaki. La modernità del tocco, sapiente stratificazione di bidimensionalità e luci, di un autore giovane e padrone di un linguaggio drammatico autonomo, di una visionarietà mai inquietante seppur inquieta, tra Gilliam e nuovi messaggeri del mondo al di là dello specchio di Parnassus. Tomm Moore all’arrembaggio di una nuova rotonda, piena, vibrante “animazione” in Song of the sea. Fiaba nordica. Dove “the uman child” deve crescere e conoscersi, attraverso prove che smentiranno, forgeranno, devieranno, comporranno, come la melodie della selkie, il suo carattere e i suoi legami. Racconto di formazione magistralmente simbolico e adorato dai ragazzini già alla presentazione di settembre al Toronto Film Festival. Song of the sea, in concorso per Alice nella città al Festival Internazionale del film di Roma. Dall’Ondine travagliata e ambigua, seducente, di Neil Jordan alla dolcissima tenace selkie bambina del geniale Tomm Moore. Song of the sea, un film d’animazione struggente ed empatico, irradiato dallommaginazione fedele e insieme anarchica dei suoi autori, semplice ma profonda ventilimila leghe sotto tesori senza lucchetto, colori ancestrali e travolgenti venti di vita e di sogno.
Un intero universo nella canzone acquatica avvolgente e indimenticabile di Song of the sea, per bambini e soprattutto adulti. Quelli che sentono accumularsi, nei brividi della schiena, un senso di protezione e amore incondizionato se rapiti dal canto di una selkie, traducendo in sorriso e lacrima la vera bellezza della purezza di un’età che mai potremo (o dovremmo) smarrire.
CAST
Regia di Tomm Moore
Con Brendan Gleeson, Fionnula Flanagan, David Rawle
Scritto da Will Collins
Musiche di Bruno Coulais e Kila
Prodotto da Cartoon Saloon
Irlanda 2014
Durata 93 minuti
di Sarah Panatta