Oltraggioso e ambizioso film concettuale, inquadratura circolare su un paradiso terrestre che prova l’umanità tentandola sul confine dantesco tra cerchi del peccato e cerchi della redenzione, sulla terra molle del confine
Messico, e nuvole, su un villaggio nella “bolla” tra Bene e Male. La vita è quella bolla, intangibile e misteriosa, a sua volta occhio e specchio, schermo e schema della nostra fallace bellezza. Resistenza quotidiana nella remota provincia messicana dove le donne da sole permeano i ritmi senza cedere un passo all’odore acre della miseria morale della civiltà. Lupita e sua nipote Maria vivono in un paese che è e diventa spartiacque e coltivazione invisibile del pregiudizio, del disinganno, della paura, del progresso e dei suoi “figli”. Quando il diavolo bussa alla loro porta nelle vesti un frate francescano guaritore, presentandosi non privo di ironia, lo lasciano entrare. Falsi invalidi e false guarigioni, prole diabolica, scale comparse dal cielo e illuminate al neon verso una vita forse diversa, tra quelle nuvole?
Presentato nella sezione Cinema Oggi del Festival Internazionale del Film di Roma Lucifer di Gust Van de Berghe, è l’apologo speculativo di un regista filosofico e vontrieriano, che chiude (con il rischio di una lotta estetica e concettuale con il pubblico che riuscirà a vederlo), anche visivamente il “cerchio” della propria trilogia sulla ricerca del senso supremo del cosmo e sul respiro miracoloso e fioco, amaro, turpe eppure tenace dell’umanità. Il regista apre l’occhio di bue su un tunnel, mostrandoci la tana del bianconiglio ma non allargando mai né il campo, né l’inquadratura né lo sguardo. Sceglie il cerchio, la perfezione discutibile, tra medioevo e rinascimento, della conoscenza umana, mette in crisi la purezza della gente del villaggio e la trascina sulla soglia della consapevolezza dell’errore. Dal torpore, alla festa dei sensi, alla luce dei lampi.
Tutti restano sotto la bolla?
CAST
Con Gabino Rodriguez, Norma Pablo, Toral Acosta, Jerónimo Soto Bravo, Sergio Lazaro Cortéz
Belgio/Messico 2014
Durata 110 minuti
di Sarah Panatta