Dal Garage ai loft, genesi e alterni destini della musica Electro e Dance francese, in un racconto di formazione tra precarietà e poesia disincantata
Lost in music. Euforia e melancolia, dal Paradise Garage al terrazzo-party-perenne del MoMa. Il ritmo squilibrato e dionisiaco dell’esistere, dai tempi del primo bacio ai rigurgiti dell’inimmaginabile prole multipla. Paul respira nella musica e per la musica. Insieme al più pragmatico amico fonda dopo l’apprendistato alla console battesimale e fortunata del Paradiso, un duo-dj, i Cheers. Mixando generi e ispirazioni, riunendo nelle tendenze scoperte della Elettronica e della Dance, il lirismo strumentale di artisti oltre oceano e l’amalgama densa di una musica intimamente soul. I Cheers diventano icona, si incontrano con i mitologici Daft Punk, collaborano con i guru della Dance dalla fine dei ’90 dorati fino ai nostri smaliziati cannibalici giorni. Da ragazzi on the way, a ragazzi on the road, scontenti e adrenalinici, entusiasti e incerti, sull’orlo dell’alloro e dei suoi abissi deserti. Dalla stanza sul cortile alla casa al mare con i figli dell’altra donna, quella giusta ma maturata in un’altra dimensione.
Educazione sentimentale generazionale dentro, sopra e sotto le lenzuola edonistiche e fertili di un’enorme corrente/industria musicale. I menage personali e le regole del mercato. Amore e morte, assenze e ricordo. Un compendio ontologico in personaggi che si specchiano e risolvono l’uno nell’altro, pur restano sospesi.
Presentato nella sezione Gala del Festival Internazionale del Film di Roma, Eden per la regia di Mia Hansen-Løve, produzione francese lussuosamente defilata, si impone senza rumore, compilando un poema visivo musicale sulle stagioni della vita e del cuore, pavido contradditorio cuore umano, coniugando il non detto asciutto di molta cinematografia svedese con la carnalità vezzosa ed ironica dell’aria parigina, da respirare in ogni schermaglia di gruppo, ad ogni scalinata e uscio. Lenta e forse ciclica capitolazione di sessioni dance, Eden segue l’eterna vincibile adolescenza di un ragazzo di enorme talento ma dalle prospettive confuse.
L’horror vacui dell’ancien regime europeo, tra proletariato snob e borghesia cocainomane, tutti confitti nell’afa di un rave rarefatto e sensuale o nella corsa stremata ed esasperatamente ritardata verso il formato famiglia canonico, canonizzato e inevitabile.
CAST
Regia di Mia Hansen-Løve
con Felix De Givry, Pauline Etienne, Vincent Macaigne, Greta Gerwing, Golshfteh Farahani
Sceneggiatura Mia Hansen-Løve, Sven Hansen-Løve
Fotografia Denis Lenoir
Montaggio Marion Monnier
Musiche Daft Punk, Joe Smooth, Frankie knuckles, Terry Hunter
Produttore Charles Gillibert, Jmmy Price
Cg Cinéma
Francia 2014
durata 131 minuti
di Sarah Panatta