La penultima giornata di festival è senza dubbio quella di Kevin Costner
Sin dalle prime ore del pomeriggio l’ingresso dell’Auditorium è preso d’assalto dai fan, che sperano in un autografo o semplicemente di vederlo da vicino. Quando arriva, l’attore americano non li delude: il ritardo non gli permette di accontentare chi chiede una foto, ma sosta a lungo sul red carpet, fermandosi a parlare con tutti e firmando poster e dvd.
La Sala Sinopoli è sold out dal primo giorno di festival, occupata da quel pubblico che non si è lasciato sfuggire l’occasione d’incontrarlo e che lo segue con affetto da anni.
Sullo schermo scorrono le immagini dei suoi film più famosi: Balla coi Lupi (7 premi Oscar), Robin Hood, Field of Dreams e Bill Durham. Il primo argomento sono proprio gli amatissimi eroi che ha interpretato.
«Ho avuto la possibilità d’interpretarne tanti.» dice Costner. «Ho baciato la ragazza che voi volevate baciare e sono salito sul cavallo sul quale voi volevate salire. Ma queste sono esattamente le stesse cose che voglio provare io quando sono seduto al cinema da spettatore. Poi torno a casa e sono un padre di sette figli: sono proprio loro, prima del pubblico, ad avere bisogno di un eroe. Vogliono qualcuno che li ami e che sia disposto a proteggerli. Nel mio mestiere, per fare l’eroe, vengo pagato al momento. Fare il padre è un mestiere per cui verrò ricompensato per tutta la vita. Nel pubblico è seduta mia figlia Lily che ha 28 anni, ma ho anche dei bambini piccoli: per loro, a un certo punto, non ci sarò più. È il prezzo da pagare quando hai una vita lunga e diventi anziano. Ma se un giorno qualcuno dirà loro: “Tuo padre era forte”, Lily potrà fargli vedere i miei film e loro avranno la possibilità di vedermi quando ero giovane e sapere che era così. Per questo sono grato al cinema.»
Si abbassano di nuovo le luci: sullo schermo le immagini di A Perfect World, Thirteen Days e JFK. È l’America di cui il pubblico si è innamorato, i film che guardano alla tradizione del cinema per cui, oggi, non sembra esserci posto.
«La gente si chiede: cosa sta succedendo al cinema? È vero: ci sono molti cartoni animati, tanti supereroi, molti sequel. Io dico questo: gli action movies sono divertenti da andare a vedere e sono quello che ti serve quando bevi la tua Coca-Cola e mangi i tuoi pop corn. Il mondo sta vivendo di questo cinema e io non ho nessun motivo per non celebrarlo. Però non finirò mai di disinnamorarmi del fatto che, i film migliori, si fanno con i personaggi e con le storie di uomini e di donne. Penso ai ruoli di Spencer Tracy, Clark Gable, Sean Connery, Gene Hackman, Robert De Niro: è a loro che guardo come esempi, perché sono attori che hanno fatto la storia. Con alcuni ho anche avuto modo di lavorare. Io ho nostalgia per quello che Hollywood è stata ma anche per quello che potrebbe essere. Credo che ci sarà sempre spazio per i piccoli film come Black & White, Balla coi Lupi, Bill Durham e Team Cup. Credo che quando i film vengono fatti nel miglior modo possibile, ci saranno sempre momenti, parole che non dimenticherete mai. E io, quando recito, ho in mente proprio questo: potremmo fare qualcosa che la gente non dimenticherà mai. I film valgono molto di più di quello che incassano al botteghino.»
di Lucia Gerbino