Resta immutata la grande amicizia tra il piccolo e l’animale fedele. La guerra è finita, ma inizia un’altra dura battaglia per loro: la ricerca di Angélina
Presentato nella sezione ‘Fuori concorso’ di “Alice nella città”, dopo l’esperienza fortunata dello scorso anno, torna alla Festa del Cinema la saga di “Belle&Sébastien”. Uscirà nelle sale l’8 dicembre prossimo in 500 copie e dalla produzione ci si aspetta “un grande risultato”. L’entusiasmo con cui ne è stata annunciata la prosecuzione con “Belle & Sebastien – L’avventura continua” sembra infondere ottimismo e fiducia. Cast e regia hanno infatti spiegato che è più intenso, c’è ancora più passione ed emozione, se possibile, che nel precedente. Più emozionante e più ricco di avventure entusiasmanti al cardiopalma, il successo è dovuto anche al forte legame che tutti gli attori e il nuovo regista Christian Duguay sentono per il film: il regista ha persino chiamato il figlio Sébastien poiché sin dall’infanzia era stato colpito da questa saga.
Ed effettivamente si inizia alla grande con Sébastien (Félix Bossuet) che rischia la vita e viene salvato da Belle. Poi dovrebbe esserci il ritorno, dopo due anni, di Angélina (Margaux Chatelier); a guerra finita (siamo nel 1945), ha ottenuto una medaglia della resistenza a cui César (Tchéky Karyo) tiene molto. Un nuovo incidente, però, ne impedisce l’arrivo e la giovane donna coraggiosa viene creduta morta; ma non da Sébastien e César, che vogliono andare a cercarla, perché sono convinti che “qualcosa resta sempre” anche in incendi come quello all’aereo di Angélina in cui “è bruciato tutto” e non c’è “nessun superstite”, sebbene “sia stato fatto tutto il possibile” (come gli viene ribadito in continuazione). Così i due sono decisi a farsi giustizia da soli e vogliono partire per sorvolare con un elicottero la zona dell’incidente. In questa marea di fatti (ne accadono molti in questa seconda serie),c’è solamente un uomo che ne possiede uno. Si comincia, dunque, con l’introduzione di nuovi personaggi, nonostante il ritmo rapido della vicissitudine degli eventi. Il primo è proprio Pierre Marceau, il padre (a sua insaputa) di Sébastien. Il piccolo, però, non reagisce bene alla notizia ed è preso da forte rancore e rabbia; in più teme che César lo abbandoni, non appena Pierre sappia la verità e lo voglia tenere con sé. È molto critico con l’uomo: “non è venuto a cercarmi”, “uno che lascia una donna incinta lassù (su quelle cime nevose) non è una brava persona”; e supplica César di non fidarsi perché teme che possa essere interessato solamente ai soldi con cui lo paga per andare a sorvolare la zona dove dovrebbe trovarsi Angélina. Anche Pierre è infastidito da questo piccolo ribelle: “sei peggio della peste”. Tuttavia, quando Pierre parte, Sébastien si intrufola nel suo elicottero di nascosto e così parte un viaggio avventuroso con molte peripezie. Rimasti a terra, per un atterraggio di fortuna poiché hanno litigato mentre stavano sorvolando, Sébastien non vuole attendere oltre e non aspetta neppure un attimo, ma subito va nel bosco alla ricerca di Angélina e ne vedrà di tutti i colori: Belle deve cacciare via un orso che voleva aggredire Gabriele, un boscaiolo italiano (Thylane Blondeau), che però in realtà è una ragazza che si finge maschio per avere meno rogne. I due rimarranno, sempre in fuga, bloccati nel fuoco; Sébastien sarà costretto a scalare un albero per giungere in cima e poter vedere all’orizzonte la montagna, per orientarsi per prendere la direzione giusta: il vento e il fuoco impediscono la visuale e coprono gli odori all’olfatto acuto di Belle; l’acqua del fiume che avevano attraversato fa smettere di funzionare la bussola di Sébastien. I due sono in trappola e lui si sente in colpa. Quando tutto sembra perduto arriva a liberarli Pierre, che apre un varco con la dinamite, ma i tre si ritroveranno in una grotta da dove avevano visto uscire dei fumogeni arancioni. Sébastien si dovrà calare sino in fondo a un pozzo buio per veder se Angélina è lì. Il fuoco li inseguirà ancora una volta ed anche Pierre rischia di morire. Insomma una storia di separazioni e ricongiungimenti, di abbracci (quali quello tra Sébastien e Pierre che fa scattare un applauso spontaneo in sala), di legami padre-figlio ristabiliti, di partenze e ritorni a casa, di allontanamenti e di ritrovamenti, di rotture e riparazioni (dell’aereo come dei rapporti umani), di perdoni, di gioie e di sofferenza. Il racconto di una crescita: quella di Sébastien che impara cosa sia “il colpo di fulmine” da Gabriele, che lo chiama affettuosamente “pulce”. La storia di una grande amicizia, quella soprattutto tra Belle e Sébastien, che continuano a proteggersi a vicenda: Belle che è sempre più “fantastica” e “Straordinaria” dice il suo fedele padroncino.; di promesse mantenute ed infrante; di conoscenza reciproca dei personaggi che sono cambiati ed evoluti: a partire da Angélina, che dice di non essere convinta di “riconoscersi” per quella che era; e di Pierre, che ha smesso di credere nei miracoli, ma dovrà ricredersi perché quello dell’amore esiste davvero. L’avventura di una ricerca continua, di un passato che ritorna inaspettato con la foga del vento che soffia e del fuoco che brucia. La prima stagione, come noto, era caratterizzata dalla neve e dal bianco, quasi che i sentimenti fossero congelati dalla guerra che imperversava (quasi disumanizzando gli animi umani), nonostante l’affetto di Sébastien e Belle (il cui pelo candido ricorda il colore della neve appunto, dandole un connotato positivo e non negativo stavolta). In questa seconda, al contrario, predomina il rosso del fuoco, delle fiamme, di una passione ardente che brucia: quella dei sentimenti, dell’amore e dell’amicizia. Unita al giallo del sole che torna a brillare dopo le nuvole, di un tempo sereno che riappare; ma anche della speranza, dell’ottimismo e della positività, di ritrovare Angélina innanzitutto, perché: “finché non si trova il corpo – dice César – c’è speranza”. La speranza rappresentata anche dal verde delle vallate e delle praterie dove è ambientata la storia: paesaggi bellissimi e affascinanti, che hanno sempre parte rilevante nel contribuire all’attrattiva di questo film eccezionale. In tutte queste difformità e cambiamenti, però, la costante comune (mentre ci si continua a interrogare e a voler sapere con ansia che ne è stato di Angélina, se è viva o meno) è appunto, lo ribadiamo, l’amicizia comune tra Belle & Sébastien. Ed è per questo che la colonna sonora è caratterizzata dalla stessa dolce canzone della precedente stagione. I sentimenti sono senza tempo, “timeless” per dirla all’inglese e citare lo slogan che promuove la sezione “Alice nella città”: “youth is timeless”, (la giovinezza è senza tempo). Un po’ quello che accade ai personaggi: mentre c’è chi cresce come Sébastien, gli altri sembrano ritornare bambini ritrovando il loro passato e riscoprendo veramente chi sono; a partire da Sèbastien che scopre di chi è figlio. Tornando ad emozionare ed emozionarsi, in quel fuoco di sentimenti contrastanti che è la foresta del loro cuore potremmo dire metaforicamente; dove rischiano di perdersi o rimanere uccisi dai loro stessi sbagli, dai sensi di colpa per gli errori commessi e le occasioni mancate e perdute, per i dolori e le delusioni avuti, ma insieme riescono a superarli tutti.
di Barbara Conti