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“Le ultime 56 ore” tra azione e sensibilizzazione

Le_ultime_56_oreIl cinema italiano sviene, il cinema italiano rinviene. A volte il suo altalenante e capriccioso comportamento si impone come tendenza nel più ampio panorama dell’industria cinematografica, altre volte sospira, respira (e spira) all’interno di un unico prodotto filmico.

Le ultime 56 ore”, ultimo lavoro diretto da Claudio Fragasso e sceneggiato dalla compagna in arte e in amore Rossella Drudi, prende spunto dai fatti accaduti in Kosovo nel 1994 e dai successivi gravi casi di leucemia patiti dai militari nostrani, venuti a contatto con l’uranio impoverito sprovvisti delle adeguate protezioni. Il Vice Questore aggiunto Paolo Manfredi (Luca Lionello) è un abile negoziatore, nonché padre della quindicenne Valentina (Nicole Murgia) e marito di Isabella (Simona Borioni), la donna amata ma dalla quale si è allontanato per via del lavoro. Il Colonnello Moresco (Gianmarco Tognazzi) è un Ufficiale tutto d’un pezzo, fedele alla patria ma soprattutto dedito alla tutela dei suoi uomini. Poi c’è la dottoressa Sara Ferri (Barbora Bobulova), moglie del commilitone nonché amico di Moresco, costretto a morte certa dopo l’esposizione alle scorie dell’uranio impoverito avvenuta in Kosovo nel ’94. Le vite dei tre protagonisti sono destinate inesorabilmente a incontrarsi su un terreno di gioco desueto, l’ospedale in cui lavora Sara, dove si combatterà il duello psicologico tra Manfredi e Moresco, uno scontro tra forze armate e forze dell’ordine ma soprattutto tra due uomini il cui unico obiettivo è proteggere la propria famiglia.
Fragasso e la Drudi sono degli habituè nonché appassionati del cinema di genere: nelle loro intenzioni spicca l’idea di portare il “poliziottesco” al cinema, riprendendo le buone vecchie abitudini del cinema italiano di fine ’70 e inizi ’80, sdoganandolo pertanto dalle sole produzioni televisive e dando vita a film in cui genere e contenuto si armonizzino in un connubio ben calibrato (percorso già intrapreso nel ’93 con “Teste rasate”). La sceneggiatrice commenta con queste parole il suo lavoro di ricerca e di stesura: “Avevo quest’idea da dieci anni ma non è stato facile realizzarla. Ho potuto constatare il percorso tra uranio impoverito e malattia e mi ha colpito tanto da farne un film. Questo è l’unico film in Italia ad affrontare l’argomento e, dal momento che anch’io amo i film di genere, ho voluto una trama gialla per veicolare un contenuto, in modo da avvicinare i giovani senza essere pedanti e rivolgendoci, invece, a un pubblico più ampio”.
Il numero 56 assume un valore quasi simbolico di auto-rimandi:  56 sono le ore che Moresco dà a Manfredi per vedere realizzate le richieste sue e dei suoi “12 Apostoli”; 56 sono le ore in cui la sofferenza del marito di Sara si è fatta tanto atroce da indurla a praticare l’eutanasia; 56 è il numero dell’autobus dirottato da due malavitosi che danno il via a un inseguimento sfrenato bloccato solo dall’astuzia di Manfredi.
Come riportato dal produttore Carlo Bernabei (ed evidente già nei titoli di coda), sia il Ministero della Difesa sia il Ministero degli Interni si sono ritenuti soddisfatti de “Le ultime 56 ore”, film per il quale hanno mostrato collaborazione durante i lavori preparatori. “Le ultime 56 ore” rappresenterà, inoltre, il nostro Paese in occasione dell’evento “UGC Festeggia L’Europa” che avrà luogo il 9 maggio.
Nota positiva e apprezzabile del film (distribuito da Medusa in 160 copie che molto probabilmente diventeranno 200 fino all’uscita prevista per il 7 maggio) è di prendere le distanze dal solito action movie tutto azione, inseguimenti e sparatorie, per lasciarsi invece contaminare da una seppur flebile denuncia sociale. Tuttavia, proprio nelle scene più movimentate dove l’azione diventa spiccata e centrale, il film mostra le maggiori esitazioni, dimostrando di non riuscire a entrare del tutto nel mondo cinematografico e insinuando, nello spettatore, il dubbio di assistere a un prodotto confezionato per la televisione. Nonostante alcune incertezze stilistiche e di sceneggiatura (basti pensare al ruolo chiave e poco verosimile della giovanissima Valentina nella gestione dell’intervento di polizia), “Le ultime 56 ore” ha il coraggioso intento di voler coniugare intrattenimento e contenuti sociali, e per questo merita una chance.

di Francesca Vantaggiato

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine