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Stefano Guerriero, un artista fuori dai confini…

Stefano Guerriero - Photoshoot by Leon HarleyIntervista al giovane attore che vanta esperienze lavorative internazionali

Nato e cresciuto in Italia, Stefano Guerriero ha deciso di fare quello che tanti altri ragazzi come lui hanno tentato e tentano di fare, dicendo ai suoi genitori: “mamma, papà, dopo il liceo voglio fare l’attore”. Così  si è diplomato presso il teatro Carcano di Milano, dopo tre anni di accademia professionale. Dopo aver testato il territorio milanese, nel 2008 decide però di trasferirsi a Roma … la “città del Cinema”. Ed in effetti, in un certo senso, per Stefano lo è stato, perché nella capitale ha avuto la fortuna e l’opportunità di lavorare con alcuni dei più importanti registi del panorama italino, come Michele Placido e Pupi Avati. Ma … ancora questo non gli basta. Così, due anni fa, decide di fare il grande passo:  trasferirsi a Londra.

Attualmente è parte del “Bubble and Squeak Collective“, workshop per attori professionisti fondato da Paul McNeilly che ha visto l’intervento tra gli altri di Greg Loftin, Kathleen Hutchison, Barry Ryan e Oliver Rose. L’ultima performance del Collective è stata “Collaction” dretta da Paul McNeilly andata in scena al Winterflood Theatre e al Phoenix Art Club.

Abbiamo intervistato per Eclipse questo giovane artista, affinché la sua esperienza possa – forse – essere d’aiuto ai suoi coetanei e colleghi.

  • Allora, Stefano … Milano-Roma-Londra. Come mai come attore hai sentito l’esigenza di fare tutti questi viaggi?

Mmm diciamo che ho sempre seguito il parte l’istinto e in parte dove avevo lavoro (sorride). In effetti, venni a Roma perché ebbi un’offerta di lavoro e solo dopo ho avuta la fortuna di cominciare a lavorare come aiuto regista per uno spettacolo con Carlo delle Piane ed Erica Blanch per la regia di Renato Giorndano (titolo “Ho perso la faccia” di Sabina Negri, n.d.t.). Fu una bellissima esperienza, quella, per me… molto formativa. Pensa che la tournee durò quasi cinque mesi e girammo centro e nord Italia! Potevo fermarmi a Romasolo per poco tempo … però alla fine ci ho vissuto più di tre anni.

  • E invece Londra?

Beh, il viaggio in Inghilterra è stato decisamente più “istintivo”. Avevo da poco finito le repliche di “Koroibos” (regia di Valentina Versino) al teatro Lo Spazio e non c’erano altri progetti all’orizzonte. Avevo voglia di cambiare aria per un po’ ed è successo che, casualmente, un mio buon amico mi parlasse della sua esperienza londinese … mi sono detto: perché no? Ora, infatti, sono molto contento di quella scelta!!!

  • Attualmente vivi negli U.K. La tua carriera ha subito una evoluzione? I lavori principali fatti in Inghilterra e i prossimi progetti?

Beh, di certo posso dire che si è arricchita. L’entrare in contatto con una cultura diversa e con una tradizione teatrale e cinematografica così lontana dalla nostra, mi ha dato la possibiltà di imparare e migliorare.  Certo, non ti nascondo che l’essere straniero in suolo straniero ha i suoi pro e contro. Molte sono state le volte che il mio accento è stato un problema, ma altre e più gratificanti le volte in cui la mia parte è stata adattata al mio non essere inglese perché la produzione non voleva perdermi come attore. L’ultimo progetto cinematografico cui ho preso parte (abbiamo finito di girare due settimane fa) è andato esattamente così. Credo però che l’evoluzione più grande sia stata per me a livello psicologico … nel momento in cui ti bruci le navi alle spalle raddoppi gli sforzi per avere successo in quello che fai. Quando venni qui non pensavo, ad esempio, di avere la possibilità di recitare Shakespeare (si sa che gli inglesi sono abbastanza gelosi in materia), ma ho di recente avuto la notizia di essere stato preso nel cast della East London Shakespeare Company per la loro prossima produzione di Otello …

  • So che hai iniziato come modello di abiti, poi qualche pubblicità … per approdare al cinema. Quali sono state le tue esperienze cinematografiche? Quale quella che consideri di maggior rilievo?

Iniziando la mia carriera a Milano cominciare con pubblicità e moda è stato un po’ un passo obbligato. Il cinema è arrivato “tardi” nella mia vita … e all’inizio quello col grande schermo è stato un rapporto un po’ difficile. Venendo dal teatro (mi sono diplomato presso il Teatro Carcano di Milano) le prime volte in telecamera sono state dolorose … A Roma ho avuto la fortuna di studiare con alcuni grandi del cinema italiano. In particolare il masterclass con Michele Placido è stato emozionante. Molte sono state le esperienze nel cinema indie, in particolare in UK dove l’industria indipendente è molto attiva. L’ultimo lavoro è stato come protagonista per Adrian Hume Robinson, giovane regista con alle spalle già alcuni premi e riconoscimenti a livello internazionale … abbiamo finito di girare da poco, sceneggiatura bellissima, crew fantastica e perfetta organizzazione. Sono ansioso di vedere il risultato, visto che Adrian non mi ha permesso di vedere il mio girato durante le riprese (hihih)

  • Il tuo primo amore, a quello che ricordo, rimane sempre e comunque … il teatro. Hai progetti in questo settore?

Hai ragione … il palcoscenico ha un fascino particolare e non si può lasciare. Come dicevo sto iniziando le prove per la messa in scena di Otello. Siamo ancora agli inizi, ma ti posso dire che la regista, canadese con quindici anni di esperienza pur essendo giovanissima, è davvero brava … Ovviamente il primo “compito a casa” che mi ha assegnato è stato una serie di scioglilingua per farmi impratichire con alcune delle pronunce più ostiche del Bardo. Oltre a questo faccio parte del Bubble and Squeak Collective, fondato da Paul McNeilly (attore e scrittore con 25 anni di esperienza). All’inizio era una drop-in class settimanale, ma ora stiamo lentamente virando verso formazione di una compagnia professionale. La nostra forza è quella di non essere esclusivamente attori. Ci sono alcuni fanstastici scrittori e un paio di registi (io sono uno di loro) e il progetto è quello di creare una compagnia che accolga tutte le figure necessarie al suo interno. Sono molto emozionato a questa eventualità … il nostro primo spettacolo dovrebbe debuttare a Settembre e ovviamente sarà un’opera inedita!

  • Si dice che Londra sia la patria del MUSICAL-THEATRE. Credi sia vero? Com’è il panorama del MUSICAL inglese? Ne fai parte/hai intenzione di “buttarti” anche in questo difficile settore?

Il musical qui è parte della cultura nazionale … e la qualità degli spettacoli è altissima e non intendo solo il livello delle performance, ma anche tutta l’attenzione nella promozione e nella salvaguardia di quello che è una buona parte dell’introito londinese. RIcordo il primo giorno che arrivai a Londra vidi la pubblicità de “Il fantasma dell’Opera” sulla fiancata di un autobus … non voglio essere polemico, ma sarebbe bello vedere lo stesso amore verso l’arte anche in Italia. Al momento faccio parte del mondo del musical come spettatore hihih , dal momento che sento più una propensione per la prosa, ma chi lo sa?

  • Milano … Roma … Londra. La tua prossima tappa?

Sarebbe un cliché dirti Los Angeles? Scherzi a parte non lo so. Al momento i progetti e il lavoro qui non mancano, quindi non credo mi sposterò tanto presto, ma sicuramente un viaggio in California è in preventivo …

di Chiara Alivernini