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Muso Music Festival 2013: in apertura il folk metal degli AurigA

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Muso Music Festival 2013: in apertura il folk metal degli AurigA

auriga folk metalLa band attinge agli strumenti classici sperimentando e rielaborando in modo personale

Ad aprire il Muso Music Festival di Oriolo, il 19 luglio, saranno gli “Auriga”. Abbiamo incontrato  Marco, Elia e Cristiano. Accompagnati da Francesco Garganti, uno degli organizzatori, che ha voluto consigliare loro, come a tutti i giovani gruppi che parteciperanno, “più di divertirsi, pensando meno alla vetrina; i gruppi più importanti tornano perché vogliono tornarci per divertirsi e perché si sono divertiti, ne hanno un piacevole ricordo”.

Prima di chiedere loro di presentarsi abbiamo raccolto dei commenti rapidi di ciascun componente del gruppo: “le tematiche che affrontiamo sono antiche, ma appartenenti alle nostre terre”, spiega Elia.

Siamo in continua evoluzione anche dal punto di vista del sound, su cui lavoriamo molto”, aggiunge Cristiano.

La nostra è stata una scelta coraggiosa, difficile, di certo non facile, per certi versi anticonvenzionale, ma ci ha ripagato molto; e, soprattutto a livello personale, mi sento gratificato e ne sono soddisfatto”, sottolinea Marco.

  • Marco cominciamo con te: quale tipo di scelta musicale avete fatto?

Marco: Da tre anni abbiamo intrapreso il progetto di fare musica folk-metal; è un genere che non si vede tutti i giorni dalle nostre parti, è molto particolare, ha la caratteristica di unire elementi della musica classica popolare (folk) a quella metal. Abbiamo finito di registrare un demo, che pensiamo sia pronto per la presentazione al Muso, che si intitolerà “Proloco mundi”. Nei nostri testi si parla principalmente di mitologia romana e di come viene applicata ad oggi, a come riusciamo a capirla almeno. È una scelta che deriva da un rapporto abbastanza intimo che ci lega ai nostri padri, a quello che sogniamo. Non nascondo che, spesso e volentieri, i nostri potrebbero apparire ed a volte sembrano brani medievali celtici. Il vantaggio è di catturare tutta la suggestività tipica di questi ultimi. Per noi il Muso è una vetrina importante, poiché unisce diversi generi e diversi paesi.

  • Cristiano, quali sono, a tuo avviso, i vantaggi e gli svantaggi di tale scelta? E, soprattutto, in quale modo diffonderete la vostra musica?

Cristiano: con la scelta di questo genere insolito quale il folk-metal abbiamo vantaggi e svantaggi; per chi ti viene a sentir suonare è una cosa particolare che rimane impressa, ci facciamo notare, quindi ci aiuta molto; dall’altro, venendo etichettato come metal, ci limita e ci condiziona negativamente; il metal, infatti, è un genere che non è molto avanzato, anzi è un po’ ancora in evoluzione in Italia, anche se stenta a decollare, ed oserei dire che è molto in fase embrionale qui nel nostro Paese; sicuramente non è conosciuto come in Nord Europa o in Europa dell’Est. Io con Marco ci conosciamo dalle elementari, poi siamo andati insieme anche a scuola a Viterbo; dopo abbiamo conosciuto anche Elia, tre anni fa e tutti ascoltavamo musica metal. Così abbiamo avuto l’idea di mettere su una band. L’idea, però, era di creare una musica più ricercata; per questo siamo un gruppo molto sperimentale ed attingiamo a generi diversi. In ciò in linea con lo spirito del Muso.

Sarà un’occasione per diffondere la nostra musica. Noi, in questo siamo all’avanguardia e sfruttiamo i nuovi mezzi a disposizione, offerti dalle nuove tecnologie. Punteremo a diffondere il nostro demo soprattutto tramite canali quali Internet e la rete mediatica; è un lavoro particolare e ben fatto a livello di melodie che può piacere agli appassionati. Oppure tramite You tube. Puntiamo molto anche sulla nostra pagina web: ad esempio un gruppo del Nord, appassionato di musica metal, tramite la nostra pagine web può ascoltare i nostri brani e, qualora gli piacessero, potrà contattarci per acquistare il cd o chiamarci a suonare ad eventi. Siamo aperti anche a collaborazioni.

  • Una musica sperimentale, la vostra, che si avvantaggia del contributo del tuo flauto irlandese. Quale rapporto hai con tale strumento?

Elia: Suono il flauto irlandese, che necessita di molto studio per saperlo padroneggiare bene. Una volta imparato ad adoperarlo, però, il flauto irlandese ti permette di ottenere molte sfumature del suono, melodie che poi verranno marcate con il violino, nel nostro caso quello di Flavia. Si tratta di melodie particolari con scale folk, come quelle del violino stesso, che sono in continuo intrecciarsi all’interno dei nostri brani. Da questo punto di vista non abbiamo inventato niente nella scelta degli strumenti, che sono quelli tipici del metal, ma li abbiamo sviluppati in maniera personale per dar vita a quello che è il folk metal che porteremo sul palco di Oriolo al Muso. Tanto che anch’io sono un autodidatta nell’imparare a suonare il flauto irlandese; il suo apprendimento non è difficile, non è neppure troppo impegnativo neanche a livello muscolare, un po’ come quando ci si approccia alla chitarra o al basso; l’ho studiato anche alle medie. Però quello che diventa più complesso è andarci a sviluppare sopra un certo tipo di melodia, usando delle tecniche che ti permettono di eseguire certi pezzi come i nostri; in tale circostanza bisogna starci sopra molte ore.

Scheda artistica

Gruppo: Auriga

Genere: musica folk-metal

Data di nascita: tre anni fa

Formazione: Marco suona la batteria; Elia il flauto irlandese; Cristiano la chitarra elettrica; Leonardo Sapio il basso; Flavia il violino; Valerio Malato bouzoukie hammred dulcimer e Andrea voce.

di Barbara Conti