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Da Fellini a Felli… Intervista ad un talento emergente

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Da Fellini a Felli… Intervista ad un talento emergente

Francesco_Felli_3Scopre il cinema nel 2004, “per caso”, come tende a sottolinearci: lo definisce “un fantastico palcoscenico dove far esibire tutte le arti”, e in effetti Francesco Felli ha iniziato con la scrittura, la pittura e la musica, prima di approdare alla sua vocazione.

Realizzò così Delitto e giustizia, poi Teatro Principe (2007) ed Ogni giorno (2008), cortometraggio –quest’ultimo- coprodotto da Sky e Nuvola Film, con la partecipazione straordinaria di Carlo delle Piane e Stefania Sandrelli ed in concorso al David di Donatello. Nel 2009 “approda” in terra abruzzese, nelle zone colpite dal terremoto, realizzando Via Crucis. Nello stesso anno scrive e dirige CIRCUS, cortometraggio sui fenomeni da baraccone del circo anni ’40. Abbiamo intervistato questo giovane e poliedrico regista per saperne di più su di lui e sul suo lavoro e le sue ispirazioni.

Come è iniziata la tua passione per il cinema, ed in particolare per la regia?
Devo candidamente confessarti che non avverto alcun particolare impeto verso l’arte del Cinema. O almeno non la prediligo rispetto ad altre espressioni, come musica o pittura.
Pertanto non sono neppure un accanito habitué delle sale.
Vedo pochi film l’anno. Spesso poi li rivedo, e li rivedo ancora, fino a conoscerne a memoria tutti i movimenti di macchina.
Adoro invece fortissimamente la possibilità che un regista ha di rendere reale ciò che per tutti gli altri sarebbe rimasto solo un pensiero.
Personalmente poi ripeto spesso di aver trovato nel cinema una sorta di “palcoscenico” dove far esibire tutte le arti che fino ad allora avevo amato nella loro individualità.

Quale pensi sia la qualità più importante che deve avere un attore o una attrice affinchè tu la/lo scelga?
La prima cosa che noto in un attore è la sua particolarità fisica. Sono sempre alla ricerca di fisionomie che sappiano caratterizzare quel contesto o quell’epoca.
Tutto il resto è uno strano mix di elementi, in cui la bravura costituisce l’aspetto predominante, ma non unico.
Ci sono attori che sceglierei per un ruolo e che invece sarebbero per me improponibili in altre situazioni. Che hanno un naturale modo di parlare o di muoversi che, in qualche modo, li rende i più adatti per quel personaggio, sebbene non i più bravi in assoluto.

So che hai lavorato con alcuni grandi attori. Ci puoi fare i loro nomi e raccontarci com’è stato lavorare assieme a loro?
Anzitutto Carlo Delle Piane e Stefania Sandrelli.
Avere due Leoni d’oro a Venezia nello stesso film è stato emozionante.
Poi sul set si sono affidati in tutto e per tutto ed è stato facilissimo guidarli.  Era ormai da tanti mesi che studiavo i loro personaggi, e così avevo molto chiaro come dovessero muovere le mani, parlare, vestirsi, o persino sospirare.
Non posso però dimenticarmi di Anna Longhi (“paffuta compagna” di Alberto Sordi in molte pellicole), Nela Lucic e di tutti quelli  che, pur non ancora così noti al pubblico, sono stati ugualmente impagabili.

Pensi che, come molti dicono, il teatro sia morto e il cinema sia il futuro?
Io credo che in questa fase di nuovo imbarbarimento, possano avere sicuro consenso solo le triviali atmosfere del più becero avanspettacolo. Tutto il resto è un azzardo. A teatro, come nel cinema, nella musica o in televisione.

Quanto credi siano connesse fra loro arte e vita?
E’ così difficile capirlo! Credo che l’arte sia una bottiglia di champagne senza etichetta. Spesso si crede di berne ed invece è solo uno squallido spumante del discount. Il rischio è comunque quello di non riconoscerlo mai, in un senso o nell’altro.
E di ubriacarsi.

Il tuo film cult preferito, e a cui -magari- ti ispiri o ti sei ispirato?
Senza dubbio Nuovo Cinema Paradiso. Per i movimenti di macchina, la delicatezza della storia, le atmosfere, le musiche. Poi a seguire tanti altri.

So che utilizzi spesso il nudo femminile nei tuoi corti e lungometraggi. Come mai questa scelta?
E’ l’erotismo che mi interessa. Che non necessariamente coincide col nudo: anche un sorriso può essere infinitamente erotico.
Anzi ti dirò che là dove è tutto palese e manifesto, talvolta scema la sensualità.
Vi sono poi altri casi dove utilizzo  le nude rotondità di donne corpulente  per raccontare un’atmosfera o un’epoca, con un gusto per così dire “felliniano”.

Parlaci del tuo ultimo lavoro, Circus.
E’ un cortometraggio realizzato grazie alla coproduzione di oltre cento persone. Vista la difficoltà nel reperire fondi, ho infatti deciso di vendere tante piccole quote attraverso “facebook”.
Abbiamo così raccolto il minimo necessario per realizzare questo lavoro.
La storia racconta il triste addio di un clown che, limitato da una malattia, si accorge di essere divenuto patetico “ed un clown che fa piangere” afferma “è una contraddizione. E’ inutile. E’ come un albero spento la notte di Natale”.
Questo personaggio, che sarà interpretato da Carlo Delle Piane, ricorda così il suo primo incontro con il circo quando, da bambino, giunse un’allegra carovana di fenomeni da baraccone a riportare in quel paese distrutto dalle bombe della guerra un’inattesa ed oramai dimenticata allegria.

Se tu potessi incontrare un famoso regista… chi vorresti conoscere?E chi invece preferiresti uccidere?

Ho quattro punti di riferimento. Giacché si tratta di registi piuttosto lontani tra loro, ho appreso da ciascuno un aspetto diverso, per forma o contenuto. Se però tre di loro non potrò mai conoscerli (Fellini, S.Leone e Kubrick), il quarto spero di incontrarlo presto e magari batterlo la notte degli Oscar: Giuseppe Tornatore.

Ringraziamo dunque Francesco Felli e speriamo di poter vedere presto su grande schermo qualcuna delle sue creazioni.

di Chiara Alivernini

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