Con una grande performance collettiva è stata inaugurata il 3 maggio in piazza Duomo a Milano l’ultima installazione di Michelangelo Pistoletto, celebre esponente dell’arte povera ed autore della famosa Venere degli stracci

“Terzo Paradiso – La mela reintegrata” – questo il titolo dell’opera – è una mela dalle dimensioni imponenti, tredici tonnellate di peso per otto metri d’altezza e sette di diametro, ricoperta da un tappeto d’erba naturale, con su un lato l’impronta di un morso “ricucito” da una maglia d’acciaio. Posta al centro di un otto simbolo matematico dell’infinito formato da centocinquanta balle di fieno le cui linee si intersecano tre volte, dando vita a tre cerchi distinti, la realizzazione ha un chiaro collegamento con i temi di Expo, volendo rappresentare la possibile armonia tra natura e artificio, tra mondo reale e mondo delle creazioni umane. «Due elementi opposti, i cerchi estremi, producono un terzo elemento centrale che prima non esisteva» – spiega l’Autore – e questa intersecazione cui danno vita gli opposti è, appunto, la loro possibilità di comprendersi, di conciliarsi, di coesistere. Di qui la “ricucitura” della porzione mancante del frutto: il morso, allusione al distacco dell’uomo dal paradiso naturale, è definitivamente superato con l’ingresso in una «nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario».

L’idea del “Terzo Paradiso” su cui Pistoletto lavora da anni nasce proprio da questa intuizione: in persiano paradiso significa “giardino protetto”; «la terra è il nostro giardino, un giardino fragile che rischiamo di distruggere. Dobbiamo diventare tutti giardinieri del pianeta».

La Mela reintegrata, dono dell’Artista alla città di Milano, rimarrà esposta in piazza Duomo fino al 18 maggio; dopo tale data sarà definitivamente collocata in piazza Duca d’Aosta.

di Rosa Maria Geraci