Tamara de Lempicka la più importante artista Déco al Vittoriano
“Tamara de Lempicka. La regina del moderno” è il titolo della mostra, curata da Gioia Mori, che il Complesso del Vittoriano ospiterà fino al 10 luglio. Attraverso 80 dipinti e 40 disegni si cercherà di delineare la carriera di una grande innovatrice, forse la prima vera artista “pop” che creò formule di comunicazione e marketing che anni dopo saranno utilizzate da Andy Warhol. Per comprendere al meglio l’artista Déco saranno presenti anche 50 foto – in cui Tamara de Lempicka ha pose da diva del cinema anni ’30 –, 2 film degli anni ’30 con protagonista la pittrice e 13 dipinti di artisti polacchi per approfondire la relazione tra le sue opere con quelle dei suoi connazionali.
Tamara de Lempicka nasce a Varsavia, in Polonia, nel 1898. Si trasferisce in Russia dove entra in contatto con le avanguardie cubo-futuriste e con l’aristocrazia di San Pietroburgo, presto però a causa della Rivoluzione Russa si rifugia a Parigi. Nella capitale francese incomincia ad approfondire la sua passione per l’arte studiando con artisti del calibro di Maurice Denis – considerato un precursore dell’astrattismo – e André Lhote.
L’Italia è molto importante per l’artista polacca: a Milano il 28 novembre 1925 si assiste all’inaugurazione della sua prima mostra personale nella galleria Bottega di Poesia del conte Emanuele Castelbarco. Altro legame con il Bel Paese è un documento trovato recentemente da Gioia Mori, un’intervista fatta da Francesco Monarchi durante una sua visita nell’atelier della pittrice insieme al pittore futurista Enrico Prampolini. Il dipinto – presente nella mostra – “Portrait du marquis Sommi” del 1925 ritrae il musicista futurista collaboratore di Prampolini.
Verso la metà degli anni Venti arriva il successo con il ritratto della figlia “Kizette in rosa” che le fa ottenere numerosi premi. Il suo nome si diffonde in tutto il mondo grazie a delle opere che hanno una forte tensione erotica: “La bella Rafaëla” e “La bella Rafaëla in verde”.
Tamara de Lempicka che nel 1932 si definisce “cultrice della contemporaneità” e che desidera “vivere e creare in modo tale da imprimere sia alla mia vita che alle mie opere il marchio dei tempi moderni” tanto da collaborare con una rivista tedesca di moda è un’amante de “l’antica pittura italiana”. Ma è comunque un’artista che vive il suo presente. Dopo il suo viaggio del 1929 negli Stati Uniti la passione per la modernità diventa sempre più presente nei suoi dipinti anche attraverso elementi come i grattacieli, il telefono ed i transatlantici. Nel 1939 si stabilisce negli Stati Uniti dove le sue mostre subiscono numerose critiche a causa del cambiamento della sua pittura: nature morte e omaggi ad artisti del Rinascimento italiano e fiammingo.
La mostra che prende in considerazione gli anni tra il 1922 e il 1957 di questa pittrice, è una grande opportunità per conoscere una donna unica, regina della modernità non solo per lo stile e per la presenza di elementi “moderni” nei suoi quadri, ma soprattutto per aver mostrato una donna emancipata e finalmente libera dalle convenzioni.
Tamara de Lempicka – La regina della modernità
fino al 10 luglio
Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere
Orario:
da lunedì al giovedì 9.30 – 19.30
venerdì e sabato 9.30 – 23.30
domenica 9.30 – 20.30
Biglietto:
intero 12 €
ridotto 8,50 €
di Irene Carboni