L’esposizione – il cui fil rouge è l’essere umano ritratto nei più diversi contesti – ha quattro sezioni:
uomini, bambini, donne e genti. Nella sezione dedicata agli
uomini ci sono foto di attività quotidiane come il lavoro in “
La bottega” in cui un gruppo di orefici lavora in un laboratorio di una sola stanza a Calcutta, di
Randy Olson, o il gruppo di cacciatori che trascinano un tricheco in Groenlandia di
David McLain, la cui visione è caldamente sconsigliata agli amanti degli animali. Altre immagini molto forti sono quelle che
Alexandra Boulat, straordinaria fotografa scomparsa prematuramente nel 2007, ha scattato in Iraq: “
I martiri” in cui gli sciiti si feriscono la testa in un rituale che permette loro di identificarsi con il martirio dell’imam Hussein a Kerbala o “
Effetto bomba” in cui un camion pieno di merce rubata è parcheggiato di fronte ad un palazzo in fiamme a Baghdad.
Le immagini che toccano più il cuore sono sicuramente quelle dei
bambini che vengono spesso ripresi nelle attività più giuste per la loro età come la scuola o durante una parata travestiti da cowboy, ma anche in condizioni estreme come ad esempio nella commovente foto di Alessandro Gandolfi in cui dei bimbi appena nati da mamme sieropositive devono essere sottoposti al test dell’AIDS.
Le
donne vengono raffigurate nelle più svariate situazioni come le “Suore volontarie” che si sono offerte di partecipare ad una ricerca sull’invecchiamento in Minnesota di
Karen Kausmaki o in “
La cura” in cui una donna medico visita un anziano in Arabia Saudita del fotografo iraniano
Reza Deghati o ancora la prostituta che attende i clienti sul risciò a pedali che usa per arrivare a casa di
David Alan Harvey.
Nella sezione intitolata “
Genti”
Chris Johns ritrae in “
Innocenza”, la foto simbolo della mostra, una bambina boscimana in Namibia mentre nello scatto di
Karen Kasmauski delle donne obese protestano davanti ad un ospedale dove si fanno operazioni di bypass gastrico a San Francisco.
In questa mostra l’intento è cercare di capire “l’altro” – dalla ragazza che trasporta una giara all’agente di borsa alla geisha – , il dimostrare che anche se ci troviamo a chilometri di distanza, con usanze diverse siamo più simili di quanto pensiamo: vogliamo vivere in questo mondo nel miglior modo possibile.
Palazzo delle Esposizioni
Spazio Fontana
Ingresso libero
Martedì – Mercoledì – Giovedì – Domenica: 10.00 – 20.00
Venerdì – Sabato: 10.00 – 22.30
di Irene Carboni