In occasione dell’apertura al pubblico di
Palazzo Grimani il Soprintendente ai Musei e alle Gallerie statali di Venezia
Vittorio Sgarbi ha scelto di iniziare il programma espositivo nel migliore dei modi celebrando
Giorgione nel quinto centenario dalla morte.
Palazzo Grimani a campo Santa Maria Formosa venne acquistato dallo Stato italiano nel 1981 e solo nel 2008 aperto al pubblico ma solo su prenotazione, ora questa perla dell’architettura veneziana sarà visitabile tutti i giorni.
I capolavori del grande artista rinascimentale saranno esposti fino al 10 ottobre, seguiranno poi “Le Visioni dell’aldilà” di Hieronimous Bosch e i quaderni di Canaletto. Tre le opere scelte per omaggiare il pittore veneziano: “La Nuda”, “La Vecchia” e “La Tempesta”.
“La Nuda” affresco in origine situato sulla facciata del Fondaco dei Tedeschi nel sestiere di San Marco vicino a Rialto lungo il Canal Grande fu realizzato nel 1508 ed è l’unico tra gli affreschi che Giorgione dipinse per il palazzo ad essersi salvato.
“
La Vecchia” opera che ci mostra tutta la modernità dell’artista che si allontana decisamente dai canoni di perfezione classici, ma il dipinto più importante della carriera di Giorgio da Castelfranco è indubbiamente “
La Tempesta”, primo paesaggio della pittura italiana e opera tra le più misteriose della storia dell’arte. Molte sono state le interpretazioni: per l’archeologo
Salvatore Settis le due figure rappresentano Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso, per altri la presenza degli elementi terra, fuoco, aria e acqua aveva un significato alchemico o ancora che la scena si svolga di notte nel momento esatto in cui un lampo illumina il paesaggio. Questa è la teoria più credibile per il critico
Vittorio Sgarbi, che considera “
La Tempesta” un quadro “impressionista” in cui è la natura la vera protagonista.
Palazzo Grimani
La mostra sarà aperta
fino al 10 ottobre
Orario apertura:
Tutti i giorni dalle 9 alle 19
La biglietteria chiude mezzora prima
Biglietti
intero: € 9,00 euro
ridotto: € 7,00 euro
scuole: € 3,00 euro
di Irene Carboni
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