Un programma di mostre ed esposizioni di diversi argomenti e generi animeranno i Musei romani il 15, il 16 e il 17 agosto prossimi
Per tutti coloro che, a causa della crisi, sono rimasti a Roma, potrà essere un Ferragosto di cultura. Il 15 agosto (e non solo), infatti, i principali musei della Capitale resteranno aperti ai visitatori. Le mostre e le esposizioni spazieranno tra stili e argomenti differenti, riuscendo sicuramente ad accontentare tutti i gusti.
Arricchire il proprio bagaglio culturale, apprezzando l’arte e refrigerandosi al fresco di luoghi al coperto, chiusi e magari con l’aria condizionata. Anche in un giorno di festa. Per fare un po’ di movimento dopo il pranzo di Ferragosto e digerire, sapendo di smaltire le calorie in più, incrementando il peso della nostra cultura, invece che quello fisico. Questo lo scenario che si prospetta per il prossimo ponte di Ferragosto a romani, turisti e visitatori da tutta Italia e dai paesi vicini a Roma, della provincia e non.
15, 16 e 17 agosto le giornate da segnare in agenda per un evento eccezionale. La visita sarà possibile nei seguenti musei: i Musei Capitolini; il Museo di Roma in Palazzo Braschi, la Galleria d’Arte Moderna di via Francesco Crispi, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo di Roma in Trastevere, il MACRO (nelle sue sedi di via Nizza e Testaccio), il Museo Carlo Bilotti, i musei di Villa Torlonia, il Museo Napoleonico. Per citarne alcuni. L’elenco completo è consultabile sul sito www.museiincomuneroma.it.
Per chi ama Michelangelo imperdibile la mostra a lui dedicata nella ricorrenza del 450° anniversario della sua morte: “1564-2014 Michelangelo. Incontrare un artista universale”. Emblematico il titolo; difficile descriverlo con poche parole, data la vastità della sua produzione e l’alto livello artistico. Quale altro aggettivo se non universale per parlarne? Michelangelo è sempre stato apprezzato da tutti, appassionati e non, studiosi ed anche profani dell’arte. Per questo il suo sapere, le sue tecniche, ma anche quello che esprime con l’arte sono universali. Un esempio racchiuso nelle due date 1564 e 2014; poiché resterà sempre intramontabile. Così come lo sono i Musei Capitolini, location adatta per ospitare una mostra del genere.
E dato che in tempo di vacanze e d’estate occorre pensare anche ai turisti, e poiché sono molti quelli tedeschi, ben si inserisce nel programma la mostra “Luoghi comuni. Vedutisti tedeschi a Roma tra il XVIII e il XIX”; per narrare le influenze e l’amore per Roma di artisti tedeschi, soprattutto tra Settecento ed Ottocento. Ad aggiungere un tocco di internazionalità al calendario di eventi previsti, ma soprattutto anche al Museo di Roma in Palazzo Braschi che la accoglie. Il mistero e il fascino della Antica Roma, e non solo, hanno fatto storia nel panorama dell’arte europea e mondiale. In questo caso ne abbiamo l’ennesima prova.
Ma, si sa, esistono diverse forme d’arte. Non solo pittura e scultura, ma ormai anche la moda è entrata a pieno regime nell’universo dell’arte. E la si intende promuovere, valorizzando soprattutto il made in Italy ovviamente, che ha preso e sta prendendo sempre più piede. Da qui nasce la mostra: “Who is on next? Made in Italy. La nuova generazione della moda”, non a caso organizzata da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia. Sarà, dunque, al contempo, un’occasione per fare scouting per le aziende e un’opportunità per farsi conoscere per i giovani promettenti addetti del settore (stilisti e non).
Le sorprese piacevoli ed importanti, però, proseguono. Non è una novità che l’arte non discrimini, anzi al contrario unisca spesso e favorisca la comunicazione. In tempi in cui la Striscia di Gaza è invasa da un conflitto atroce emolto sanguinario, e nella città che ha ospitato uno dei ghetti più antichi al mondo, era importante dare un segno forte di cambiamento. Rompere il muro delle resistenze e dell’omertà. A farlo è la Galleria d’Arte Moderna di via Francesco Crispi, che ospiterà 150 opere di artiste ebree italiane attive a Roma agli inizi del Novecento. Queste saranno al centro della mostra: “Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica”.
Anche questa è storia. Ma per proseguire il viaggio illustrativo nell’arte, e dunque nella storia, se non poteva mancare Michelangelo (citato all’inizio), altrettanto imprescindibile non poteva che essere l’imperatore Augusto. Anche nel suo caso, per rappresentare l’esempio che ha lasciato ai posteri, è stata pensata l’esposizione: “L’arte del comando. L’eredità di Augusto”; da lui, infatti, attinsero i più potenti imperatori della storia (quali: Carlo Magno, Federico II, Carlo V o Napoleone) per imporre il loro dominio e la loro potenza. La cosiddetta “arte del comando” appunto, che origina dall’imperatore romano Augusto e che “vivrà” nella sede allestita per l’occasione del Museo dell’Ara Pacis (altro museo centrale della Capitale).
E nel vasto scenario dell’arte non poteva essere assente la fotografia, diventata quasi l’arte per eccellenza moderna. Sta appassionando sempre più persone ed è sempre coinvolgente, anche per i turisti alle prese con telecamere e macchinette fotografiche per immortalare le scene e i momenti migliori delle loro vacanze. Ricordi fermati in questi frammenti, su pellicola e non. A proposito di arte moderna, per gli appassionati di quella contemporanea non potranno perdere l’appuntamento con l’esposizione al Macro. E sono proprio i “fotogrammi” di Gabriele Stabile a riempire il Museo di Roma in Trastevere. Quella intitolata “Gabriele Stabile. Refugee Hotel”, nonostante si tratti di appena 50 scatti, fornisce un immenso valore aggiunto umanitario, sociale, solidale, dal forte impatto emotivo ed umano. Sono visibili le foto fatte da Stabile ai rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti. Il periodo è quello che va dal 2006 al 2012, ma costituisce una testimonianza fondamentale. Pregante poiché ancora attuale con le vicende che animano Lampedusa e non solo.
Sulla stessa lunghezza d’onda va l’artista canadese Sheila McKinnon. Se le donne, come i rifugiati, sono spesso vittime di emarginazione, con le 50 fotografie che costituiscono l’esposizione “Born Invisible”, McKinnon intende dare loro voce. Troppo spesso, infatti, il silenzio (delle bocche chiuse a forza o in modo più velato, ad esempio) si lega a queste figure, a questi soggetti più vulnerabili, considerati anelli deboli della società e per questo discriminati; abbandonati al loro destino, come i naufraghi varcano i mari alla ricerca di un futuro migliore.
Spesso è da coloro che vengono per vari motivi penalizzati, in quanto ritenuti inferiori, che si può imparare maggiormente a vario titolo. E ne nascono dei connubi impensabili, come accade con la mostra “Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana incontra de Chirico”. A palesare meticciati artistici per così dire, come si usa per le razze, sono le installazioni allestite al Museo Carlo Bilotti.
Ed una fusione di classico e moderno ha luogo anche alla Casina delle Civette con la mostra “Arrigo Musti – Impop”. Qui vi si potranno trovare opere classiche, quanto istallazioni, maioliche e oggetti di design. Tutti insieme daranno vita al contemporaneo più inedito di sempre.
Ancora altro genere d’arte si sfiora, poi, con l’esposizione: “Paolo Antonio Paschetto. Artista, grafico e decoratore fra liberty e déco” al Casino dei Principi.
Infine non si poteva non associare e includere nell’arte la musica. Essa stessa forma d’arte per eccellenza appunto, che contribuisce a formare, lo sono altrettanto anche gli strumenti musicali. Ed è così che al Museo Napoleonico si terrà una mostra incentrata su un importante pianoforte risalente al secondo decennio del XIX secolo, appartenente al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.
di Barbara Conti