The Clash – London Calling. Siamo nel 1979 e questo è l’album (eletto come il più importante degli anni Ottanta dalla rivista Rolling Stones) che ha consegnato i quattro punk di Londra al mondo del rock. La copertina del disco nasce dal connubio di due talenti: quello della fotografa Pennie Smith e quello del disegnatore Ray Lowry. Lo scatto della fotografa inglese è nato per pura combinazione durante una data del quartetto al Palladium di New York, il 21 settembre del 1979. “Eravamo un po’ tesi, sembrava quasi di suonare a Londra” – sono le parole bassista Paul Simonon – “Mi ricordo che verso la fine del concerto non ero soddisfatto, sentivo che mancava qualcosa. Forse perché il pubblico era seduto. Per noi era importante che la gente stesse in piedi di fronte al palco. C’era un senso di vuoto. Frustrato, presi il basso e lo distrussi”. Nel rompere il suo Fender Precision bianco per sfogare la rabbia, Paul colse di sorpresa anche la Smith. La fotografia, infatti, è decisamente fuori fuoco. I Clash, però, restarono così impressionati dalla potenza dello scatto (definito in seguito “l’istante rock’n’roll definitivo” dalla rivista inglese “Q”) che decisero di utilizzarlo nell’album che stava per essere pubblicato. Ad aggiungere un ulteriore tocco d’arte fu il progetto grafico di Ray Lowry, che utilizzò gli stessi caratteri rosa e verde presenti sul primo album del re del rock’n’roll, Elvis Presley. Lowry, durante il tour americano dei Clash, si era procurato una copia di quel disco per studiarne la grafica: si tratta di un vero e proprio omaggio all’intuizione dello sconosciuto autore di quella cover accreditata al colonnello Tom Parker, manager di Elvis, ma di realizzazione ignota. Il basso distrutto da Paul Simonon era il suo preferito e più volte il musicista ha dichiarato di essersi pentito del gesto e che avrebbe preferito rompere l’altro strumento a sua disposizione (a suo dire meno pregevole). Ma si sa, il rock da sempre va a braccetto con i momenti di follia. Pennie Smith, invece, dopo aver tentato in tutti i modi d’impedire ai Clash di scegliere proprio quella fotografia, ha ricevuto come consolazione sia il successo mondiale per il suo scatto (ormai un’icona), sia l’orologio che il bassista aveva distrutto durante il folle gesto. Così giusto per ricordarsi l’ora esatta (le 22:50) in cui ha immortalato “l’istante rock’n’roll definitivo”.
di Valentina Galleri
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