L’esito delle primarie lo ha sancito tale grazie a 3 milioni di elettori. Il nuovo segretario del PD è pronto a menare la sua battaglia politica. I temi portanti sono il lavoro e la lotta al precariato, diritti civili per tutti ed il rispetto dell’ambiente.

Sul fronte dei numeri, un calo del 20% si è registrato nell’affluenza alle urne romane e del Lazio. Rispetto a due anni fa, ad un’ora dalla chiusura dei seggi, hanno votato 216.ooo cittadini contro i 3oo.ooo delle primarie del 2007. Nella capitale hanno votato in 120.ooo contro i 18o.ooo dell’ ”ascesa veltroniana”. Il calo potrebbe indurre a pensare ad un’ennesima forma di disinteresse nella politica, questa volta dettata dal “Caso Marrazzo”. Così, mentre sul più famoso dei social-network dilaga un fotomontaggio di Berlusconi e Marrazzo, entrambi uniti dal logo della Ford, con rispettive didascalie di Escort e Transit, il gioco politico italiano continua. In Francia Le Monde e Le Figaro insistono sulla sua visione di leadership all’insegna della democrazia e non incentrata su di una figura di capo assoluto, con chiari riferimenti a Berlusconi. Entrambi incalzano sulla necessità d’imbastire un nuovo tipo di opposizione al PDL, cosa che Franceschini non è riuscito a fare. El Paìs vede Bersani come un uomo che ha “la quasi impossibile missione di infondere forza e compatezza alle sue poco omogenee file” dinnanzi al premier. L’australiano Daily Telegraph, in attesa dell’ufficializzazione della nomina, parla più del video incriminante Marrazzo che della corsa alla poltrona del “malconcio partito democratico”. In realtà, la maggior parte della stampa estera non sembra dare molto rilievo a Bersani, il caso del “regionale” Marrazzo invece è mediaticamente ben esposto. Aspettiamo il 7 novembre, giorno in cui l’assemblea proclamerà Pier Luigi Bersani segretario, per capire se si aspettavano ufficializzazioni o altro gossip a sfondo sessuale. Tanto ormai…

di Giada Martinucci