È lungo l’elenco dei danni provocati dal fumo così come quello dei privilegi per chi rinuncia alla sigaretta. Oggi se ne aggiunge un altro: l’aumento del colesterolo buono per chi smette di fumare.
A dare l’annuncio ci ha pensato un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin che ha svolto una ricerca analizzando un migliaio di fumatori (donne e uomini) abituati ad accendere in media una ventina di sigarette al giorno: dopo un anno il 36% è riuscito ad abolire la dipendenza ottenendo, oltre ai benefici già conosciuti (diminuzione del rischio di contrarre malattie polmonari o tumori tra tutti), un miglioramento dei valori di colesterolo nel sangue. Non si è riscontrata nessuna variazione per quanto riguarda il colesterolo cattivo (Ldl) mentre è aumentato quello “buono” rappresentato dalle HDL (lipoproteine ad alta densità) che hanno il compito di ripulire le arterie catturando il colesterolo in eccesso e trasferendolo ai tessuti periferici, al fegato soprattutto, dove viene poi smaltito evitando che si depositi in pericolose placche che ostruiscono le arterie. Quindi più è alto il livello di HDL nel sangue e minore sarà il rischio di sviluppare l’aterosclerosi e tutte le altre conseguenze negative dell’ipercolesterolemia.
Il responsabile dello studio, Adam Gepner, ci tiene a precisare come i risultati non siano connessi in nessun modo al metodo usato per smettere di fumare o tantomeno al numero di sigarette che venivano consumate dai pazienti in analisi. «Con il tempo l’aumento del colesterolo HDL potrebbe tradursi in una netta riduzione del rischio cardiovascolare – spiega Gepner – un incremento pari a 1 mg/dl può ridurre infarti e ictus del 2-3% in un decennio». A non essere ancora chiaro è il rapporto fumo-colesterolo ma il risultato della ricerca non è da sottovalutare. «Oggi abbiamo a disposizione farmaci potenti per diminuire il colesterolo cattivo – spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore del Dipartimento di medicina interna del Policlinico di Milano – ma non abbiamo ancora niente che possa incidere in egual modo su quello buono i cui valori sono solitamente stabili». Un motivo in più per rinunciare all’agognata sigaretta.
di Teresa Gentile