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Malasanità? No, malgestione

sanitLa Sanità è in rosso: colpa di sprechi e cattiva gestione

La situazione nel campo sanitario è proccupante. Secondo quanto emerge da uno studio realizzato dalla Corte dei Conti, in breve tempo, il debito accumulato dalla sanità arriverà ai cinquanta milioni di euro.

A detenere la “quota sostanziale” dei debiti, sono le ASL, aziende sanitarie nazionali, e gli ospedali. Il problema, evidenziato dallo studio, non è la mancanza di soldi ma la “cattiva gestione” delle finanze. I debiti verso i fornitori sfirano il tetto dei 31 miliaridi di euro, e colpiranno in misura maggiore le strutture locali. A tuttoggi, chi “batte cassa”, sono soprattutto le aziende biomediche, che lamentano crediti insoluti pari a 5 miliardi di euro. L’Assobiomedica, associazione che tutela le compagnie di produttori di biomedica, ha rivelato che l’ 80% delle aziende fornitrici di attrezzatura per gli ospedali sta ancora aspettando di ricevere il compenso dovuto. Secondo il settimanale “Il Punto”, il presidente dell’Assobiomedica, dott. Francesco Fracassi ha dichiarato: “Anche se non abbiamo un dato ufficiale, si stima che 8 imprese su 10 abbiano fatto già partire un’azione di pignoramento nei confronti delle aziende sanitarie”. Fracassi, ha poi aggiunto: “Solo il 20% aspetta i pagamenti senza fare nulla, magari perché si tratta di piccole aziende senza una adeguata organizzazione”.  Il debito dele ASL, secondo la  Corte dei Conti, ammonterebbe a circa 4 miliardi e 613 milioni di euro. Le regioni che detengono la “maglia nera” in fatto di debiti sanitari sono la Campania, con un debito stimato di 8,9 milioni di euro, il Lazio, 6,8 milioni e la Puglia, 5,7 milioni di euro. Approfondendo lo studio inchiesta della Corte dei Conti, viene fuori che in Campania i maggiori colpevoli dei debiti insoluti sono gi sperperi di denaro senza motivi giustificati. Nel Lazio, invece, l’unica colpevole è la disorganizzazione. In un’indagine, condotta dal Ministero della Salute, è emerso che la Campania ha 13 miliardi di debito, di cui 5,5 sono da imputare alla sanità. La ”malagestione”  non da problemi solo a chi deve ricevere il soldi, ma a pagare lo “scotto” degli sprechi e della gestione disorganizzata, saranno ancora una volta i cittadini, che magari saranno costretti a pagare una maggiorazione sostanziale del “ticket”, come suggerisce qualcuno. Secondo l’Osservatorio di Codici, una associazione per la tutela per  i diritti del cittadino, la maggior parte delle spese sanitarie riguardano lo stipendio dei medici e del personale medico. L’associazione propone quindi, non di aumetare il ticket, ma  abbassare del 20% gli stipendi del settore, introducendo dei targets, ossia degli obiettivi in termini di qualità e quantità dei servizi, in ogni azienda ospedaliera.

di Valeria Marchetti

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine