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Il diabete, la pandemia che travalica i confini

Universit_La_SapienzaBorders, Health and Social Economics: la Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” di Roma ed il Millennium Project ci parlano di prevenzione e nuovi contagi

I confini sono uno strumento di protezione o un freno allo sviluppo? Salvaguardano interessi meritevoli di tutela o, invece, generano solo inefficienze ed isolamento?

Le restrizioni alla libera circolazione delle persone, delle merci e del capitale – secondo la definizione di “confine” fornita dalla teoria economica – sono sempre il nemico contro il quale devono orientarsi gli interventi legislativi e di politica economica dei Paesi e delle Comunità, oppure possono esserci ancora casi nei quali distinzioni e separazioni devono essere ribadite, per affrontare efficacemente le sfide che la nuova era, appena iniziata, ci presenta? E ancora, in che modo si può parlare di confini oggi, in una realtà nella quale il loro significato meramente geografico appare, ormai, definitivamente superato? All’interno del ciclo di incontri “Respect of Borders, Respect at Borders” organizzato dalla Cattedra UNESCO in Population, Migrations and Development della Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” di Roma in collaborazione con il Millennium Project Italian Node, nella giornata del 12 maggio il tema dei confini è stato trattato con riferimento ad un aspetto particolare e di grande attualità: gli effetti prodotti sulla salute dalla loro progressiva ed inarrestabile rimozione. Su tutte, una questione emerge prepotentemente: il carattere pandemico assunto oggi dalle patologie connesse all’alimentazione e, in particolare, dal diabete.
In un contesto nel quale l’abbattimento delle barriere non sembra aver portato ad un allineamento dei prezzi e delle prestazioni sanitarie offerte a livello internazionale – ed anzi rimangono forti le differenze tra Paesi in quanto a risultati ed efficacia della spesa per la salute – c’è una convergenza, infatti, che può sicuramente essere registrata: i malati di diabete mellito di tipo 2, la forma più diffusa, quella che dipende sia da fattori genetici che dallo stile di vita, sono in crescita vertiginosa ovunque. Mentre si Indice_di_Massa_Corporeasfiora il miliardo di individui denutriti [dati FAO, 2008], la restante parte della popolazione mondiale si trasmette tendenze socio-culturali ed abitudini alimentari scorrette, facendo sì che il progressivo miglioramento delle condizioni di vita si associ anche ad un maggior rischio di mortalità per patologie di natura metabolica. Secondo i dati citati dal Prof. Capani, Rettore dell’Università Telematica di Chieti, si considera che il numero dei soggetti che soffrono di diabete di tipo 2 stia aumentando del 122% in un arco temporale di trent’anni (dai  135 milioni del 1995 ai 300 milioni attesi del 2025) e che la crescita sia ancora superiore (ben il 170%) per i paesi in via di sviluppo. In Italia, alle cure per la riduzione ed il controllo della glicemia è destinato il 10% della spesa sanitaria complessiva, attualmente pari a 108 miliardi di euro, e sono in espansione i casi di insorgenza della patologia tra gli immigrati. Negli Stati Uniti più del 4% della popolazione di ogni Stato è colpita dalla malattia e sta crescendo in modo inarrestabile il numero degli Stati nei quali l’incidenza supera il 6%. Con una adeguata campagna di sensibilizzazione e prevenzione si stima che la comparsa di questo tipo di diabete – non autoimmune, ma correlato agli eccessi dell’alimentazione, allo scarso impiego della forza muscolare e all’obesità – potrebbe essere abbattuta del 90%, con tutti i benefici immaginabili in termini di qualità della vita e di riduzione dei relativi costi sociali.
Quali sono, allora, le variabili che i medici consigliano di tenere sotto controllo ai fini della prevenzione? Innanzitutto, l’Indice di Massa Corporea (BMI), impiegato nelle diagnosi legate agli squilibri nutrizionali: potete calcolarlo rapportando il vostro peso in chilogrammi alla vostra altezza in metri elevata al quadrato. Il rapporto è classificato “normale” se si mantiene tra 20 e 25 per gli uomini e tra 19 e 24 per le donne; al di sopra, si ricade nel “sovrappeso”, che diventa “obesità” per un BMI maggiore di 30 (ulteriormente scomposta, poi, in tre gradi di gravità crescente). Secondo questo schema, un individuo di un metro e settanta di altezza è “normale” se il suo peso si mantiene tra i 58 ed i 72 kg. Un secondo indicatore, che deve essere utilizzato congiuntamente al primo, è la Circonferenza Addominale che, anche in caso di BMI normale, non deve superare gli 80 cm per la donna ed i 94 cm per l’uomo. Se pensate che l’incidenza del diabete di tipo 2 negli obesi è del 50% (mentre per un soggetto normopeso è solo del 3%), appare evidente come un’alimentazione sana ed un corretto stile di vita possano prevenire l’insorgenza della malattia e rappresentino i punti sui quali devono concentrarsi gli specifici interventi, le azioni di sensibilizzazione rivolte a consumatori e soggetti economici e, perché no, anche le politiche destinate agli operatori della produzione ed al settore alimentare.  

Borders, Health and Social Economics
Prof. Enrico Todisco, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Presidente del Millennium Project Italian Node
Prof. Maurizio Franzini, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Direttore del Dipartimento di Economia Pubblica
Prof. Fabio Capani, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Chieti e Pescara – Rettore dell’Università Telematica “Leonardo da Vinci”
Il Millennium Project Italian Node è il polo italiano del Millennium Project, network indipendente attivo in 35 Paesi che si occupa dello studio tematico e metodologico del futuro.

Respect of Borders, Respect at Borders
Prossime conferenze in programma:
18 ottobre 2010, h. 11.00 – Borders, Population and Migrations
21 ottobre 2010, h.11.00 – Borders and Languages
15 novembre 2010, h.11.00 – Borders, Governance and Institutions
Sala del Consiglio, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

di Cristina Scatolini

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine