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Inspiegabili intuizioni



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Nell’epoca in cui le tecniche d’indagine non possono prescindere da quelle scientifiche, il paranormale, incomprensibilmente, è reale

I progressi della scienza hanno indubbiamente contribuito alla soluzione delle indagini, aiutando grazie ad apparecchiature sofisticatissime gli inquirenti. Oggigiorno si è in grado di poter trovare tracce infinitesimali che a tutti gli effetti possono determinare prove concrete.

I casi di orrendi omicidi come Garlasco, Cogne, Perugia, sono completamente nelle mani della scienza più che in quelle degli investigatori, e altri casi irrisolti tornano alla ribalta anche dopo decenni di oblio, perché la ricerca scientifica applicata alle indagini coglie tracce rilevanti anche dopo lungo tempo, vedi il caso di Via Poma.
Siamo ormai abituati a sentir parlare di inchieste risolte al laboratorio, grazie anche ad un proliferare di romanzi, di film e di fiction televisive che ci permettono di comprendere l’importanza della scienza applicata. Sono entrati nel nostro lessico corrente termini quali il DNA, che oltre alla sua accezione medica si è trasformato in “prova” determinante per la colpevolezza o l’innocenza degli indiziati, oppure il termine “luminol”, che abbiamo imparato ad identificare nella speciale sostanza chimica in grado di scorgere tracce organiche di ogni genere, anche se accuratamente cancellate. Tuttavia, nonostante sia questa un’epoca nella quale è la tecnologia indubbiamente a farla da padrona, ci sono alcuni “casi” in cui il paranormale si affaccia in maniera prepotente, annichilendo ogni risoluzione scientifica, giungendo nientemeno ad essere contemplato come ulteriore risorsa utile o addirittura imprescindibile alla risoluzione di un “caso”.

sensitivo

 

Vernon Geberth, ex direttore della Bronx Homicide Task Force di New York dopo un’ esperienza di anni trascorsi sul campo, ha deciso di scrivere un saggio che è diventato un vademecum per gli investigatori americani, in cerca sempre della risoluzione di ogni atto delittuoso. La cosa sorprendente è che in questa pubblicazione un intero capitolo è dedicato ai veggenti, definiti come persone che possono essere molto utili alle indagini apparentemente senza sbocco. Nonostante il loro apporto sia ogni tanto frammentario e confuso, bisogna sempre tener conto della capacità di percezione che i sensitivi posseggono. Il rilievo dato a questo aspetto paranormale all’interno del saggio è addirittura maggiore rispetto a quello dedicato all’apporto degli psichiatri e ai criminologi.
Sembra che anche la C.I.A. si sia servita e continui a farlo dei veggenti, tanto che, secondo quanto afferma il professor Russel Targ, lui stesso fu incaricato di addestrare chiaroveggenti nell’arco di venti anni, percependo un pagamento di quaranta milioni di dollari, tra l’altro mai smentito da nessun organo ufficiale.
Nel 1996 il Congresso e il Dipartimento di Stato americani in occasione di una ristrutturazione dell’Intelligence, parlarono per la prima volta della presenza di un progetto che prevedeva una sorta di spionaggio psichico, portando così alla luce i risultati delle operazioni della così detta “remote viewing” a lungo condotte con l’utilizzo di sensitivi al servizio dello Stato.
Il “remote viewing”, o visualizzazione da remoto, pare sia una vera e propria arma psichica utilizzata anche nel bombardamento americano all’accampamento di Gheddafi in Libia. Il Colonnello, negli anni ’80 uno tra i nemici più accaniti dell’Occidente capace di sovvenzionare atti terroristici in diverse zone del mondo oltre che ospitare nel territorio libico campi di addestramento per futuri attentatori, era particolarmente scaltro ed attento alla propria incolumità. Per questo motivo escogitò il piano di pernottare in un accampamento mobile, e non più nella sua residenza abituale, visto il progressivo inasprimento dei rapporti con gli americani. La notizia giunse all’Intelligence statunitense che si trovò in seria difficoltà di localizzazione del bersaglio. Per stessa ammissione delle gerarchie militari USA, l’accampamento pare sia stato individuato da un pool di telepati che visualizzò da Washinghton le coordinate in cui si trovava realmente l’oggetto da colpire. Il bombardamento si concluse con il ferimento del colonnello Gheddafi, mentre perse la vita uno dei suoi figli.
Una sezione apposita della C.I.A. lavora alle operazioni di “remote viewing” dal 1970, due anni prima che le più rigorose ricerche finora mai effettuate iniziassero (senza essersi ancora interrotte) nel tempio dello scientismo americano, lo Stanford Research Institute in California. Il pool di lavoro sul “remote viewing” è essenzialmente composto da persone che hanno sviluppato sensibilità acute, spesso provenienti da Scientology, la nota setta capace di annoverare tra le sue fila molte persone tra cui star di Hollywood.

 

 

destino

Anche l’F.B.I. e la polizia dei diversi stati americani spesso utilizzano dei sensitivi come aiuto nelle indagini inerenti sparizioni e omicidi ostici. Tra le più famose sensitive utilizzate nelle ricerche si ricorda Noreen Reiner, che fu la prima ad aver tenuto una conferenza nella sede dell’F.B.I. di Quantico. La sensitiva ha più volte descritto cosa solitamente le accade quando riesce ad entrare in sintonia con la presunta vittima, ammettendo che si tratta di un dono per nulla semplice da gestire nella quotidianità della sua vita. Preferisce conoscere poco della persona scomparsa, e servirsi di un oggetto preferibilmente metallico (catalizzatore di energie “pure” dell’individuo) e una foto. Le sue facoltà la portano a percepire se il soggetto è vivo o meno e il luogo in cui si trova, mentre se si tratta della vittima di un omicidio, la signora Reiner vive la scena dell’uccisione provando su se stessa il dolore delle ferite riportate dal mal capitato, arrivando a descrivere l’arma che l’ha ucciso e le tragiche modalità. La signora collabora con la polizia di 38 stati americani oltre che come già detto con l’F.B.I., e fino ad ora ha partecipato ad oltre 400 indagini. Celebre fu l’occasione in cui predisse l’attentato al presidente Ronald Reagan il 30 marzo 1981.

 

precognitivo

 

Ma non è solo l’America la patria impegnata in studi e consulenze di questo genere, anche in Europa e nell’ex Unione Sovietica ci furono vari esperimenti. L’utilizzo dei sensitivi non è cosa nuova nell’epoca moderna. Sappiamo che Hitler e Churchill, seppur nemici e di diversa patria e credo, si servirono nel corso della Seconda Guerra Mondiale dell’aiuto e della guida di persone con spiccate capacità precognitive.
Tornando ai giorni nostri, anche in Italia è venuta alla ribalta delle cronache la sensitiva Maria Rosa Busi, che ha dato notevole aiuto alla risoluzione di un “caso” purtroppo tragico: la scomparsa di una ragazza nelle acque del lago di Como, fornendo esattamente le coordinate nella quale si trovava la macchina con all’interno il corpo della giovane pressoché intatto, nonostante i tre anni di permanenza sul fondale.
Sensitivi, veggenti, percettivi, precognitivi, persone capaci di cogliere messaggi presenti nella realtà, ma che non tutti sono abituati ad afferrare. Un linguaggio molto suggestivo ma altrettanto indefinito che suggerisce cautela mista a scetticismo vista la concreta possibilità d’incappare nella ciarlataneria. Eppure laddove la tecnica non arriva, l’imponderabile forse, può.

 

di Svevo Ruggeri

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine