Nell’epoca in cui le tecniche d’indagine non possono prescindere da quelle scientifiche, il paranormale, incomprensibilmente, è reale
I progressi della scienza hanno indubbiamente contribuito alla soluzione delle indagini, aiutando grazie ad apparecchiature sofisticatissime gli inquirenti. Oggigiorno si è in grado di poter trovare tracce infinitesimali che a tutti gli effetti possono determinare prove concrete.
I casi di orrendi omicidi come Garlasco, Cogne, Perugia, sono completamente nelle mani della scienza più che in quelle degli investigatori, e altri casi irrisolti tornano alla ribalta anche dopo decenni di oblio, perché la ricerca scientifica applicata alle indagini coglie tracce rilevanti anche dopo lungo tempo, vedi il caso di Via Poma.
Siamo ormai abituati a sentir parlare di inchieste risolte al laboratorio, grazie anche ad un proliferare di romanzi, di film e di fiction televisive che ci permettono di comprendere l’importanza della scienza applicata. Sono entrati nel nostro lessico corrente termini quali il DNA, che oltre alla sua accezione medica si è trasformato in “prova” determinante per la colpevolezza o l’innocenza degli indiziati, oppure il termine “luminol”, che abbiamo imparato ad identificare nella speciale sostanza chimica in grado di scorgere tracce organiche di ogni genere, anche se accuratamente cancellate. Tuttavia, nonostante sia questa un’epoca nella quale è la tecnologia indubbiamente a farla da padrona, ci sono alcuni “casi” in cui il paranormale si affaccia in maniera prepotente, annichilendo ogni risoluzione scientifica, giungendo nientemeno ad essere contemplato come ulteriore risorsa utile o addirittura imprescindibile alla risoluzione di un “caso”.
Anche l’F.B.I. e la polizia dei diversi stati americani spesso utilizzano dei sensitivi come aiuto nelle indagini inerenti sparizioni e omicidi ostici. Tra le più famose sensitive utilizzate nelle ricerche si ricorda Noreen Reiner, che fu la prima ad aver tenuto una conferenza nella sede dell’F.B.I. di Quantico. La sensitiva ha più volte descritto cosa solitamente le accade quando riesce ad entrare in sintonia con la presunta vittima, ammettendo che si tratta di un dono per nulla semplice da gestire nella quotidianità della sua vita. Preferisce conoscere poco della persona scomparsa, e servirsi di un oggetto preferibilmente metallico (catalizzatore di energie “pure” dell’individuo) e una foto. Le sue facoltà la portano a percepire se il soggetto è vivo o meno e il luogo in cui si trova, mentre se si tratta della vittima di un omicidio, la signora Reiner vive la scena dell’uccisione provando su se stessa il dolore delle ferite riportate dal mal capitato, arrivando a descrivere l’arma che l’ha ucciso e le tragiche modalità. La signora collabora con la polizia di 38 stati americani oltre che come già detto con l’F.B.I., e fino ad ora ha partecipato ad oltre 400 indagini. Celebre fu l’occasione in cui predisse l’attentato al presidente Ronald Reagan il 30 marzo 1981.
Ma non è solo l’America la patria impegnata in studi e consulenze di questo genere, anche in Europa e nell’ex Unione Sovietica ci furono vari esperimenti. L’utilizzo dei sensitivi non è cosa nuova nell’epoca moderna. Sappiamo che Hitler e Churchill, seppur nemici e di diversa patria e credo, si servirono nel corso della Seconda Guerra Mondiale dell’aiuto e della guida di persone con spiccate capacità precognitive.
Tornando ai giorni nostri, anche in Italia è venuta alla ribalta delle cronache la sensitiva Maria Rosa Busi, che ha dato notevole aiuto alla risoluzione di un “caso” purtroppo tragico: la scomparsa di una ragazza nelle acque del lago di Como, fornendo esattamente le coordinate nella quale si trovava la macchina con all’interno il corpo della giovane pressoché intatto, nonostante i tre anni di permanenza sul fondale.
Sensitivi, veggenti, percettivi, precognitivi, persone capaci di cogliere messaggi presenti nella realtà, ma che non tutti sono abituati ad afferrare. Un linguaggio molto suggestivo ma altrettanto indefinito che suggerisce cautela mista a scetticismo vista la concreta possibilità d’incappare nella ciarlataneria. Eppure laddove la tecnica non arriva, l’imponderabile forse, può.
di Svevo Ruggeri