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Gli archivi del vampiro più celebre di tutti i tempi

Gli_archivi_di_Dracula_._Raymond_Rudorff_-_GargoyleLe origini della saga di Dracula

È da pochi giorni sugli scaffali delle librerie, “Gli archivi di Dracula”, il volume edito da Gargoyle Books dedicato al Principe delle Tenebre.

Lo scrittore e giornalista inglese Raymond Rudorff (1933-1992), tradotto da Simone de Crescenzo e con una postfazione di Gianfranco Franchi, ci guida infatti verso l’origine della storia del Vampiro per antonomasia.
Il romanzo, che risale ai primi anni settanta del secolo scorso, si apre con il piccolo Stephen Morheim, che perde in maniera inquietante entrambi i genitori, nel 1877 nella cittadina di Kalasz, in Romania.
Stephen viene dato in tutela al colonnello Gabriel Takely ed è affetto da minorazione mentale, quindi ha grandi difficoltà sia nell’apprendimento che nella comunicazione. Al compimento dei suoi dieci anni, la situazione cambia incredibilmente ed il bimbo recupera in  fretta, diventando un brillante adolescente, dotato di un linguaggio incisivo e grande memoria, ma soprattutto un carisma ipnotico, che lo rende autorevole e sicuro di sé.
Ormai giovanotto, Stephen si iscrive all’università e si trasferisce a Budapest, dove si appassiona alla storia europea, con una particolare predilezione per le storie delle famiglie e dei casati più antichi dell’Impero austro-ungarico.
Una volta finiti gli studi, Stephen si trasferisce in una antica residenza nell’isolata Torberg appartenente alla sua famiglia, che lui sa essere una stirpe di guerrieri sanguinari, ed è fin troppo interessato a conquistare la giovane e bellissima ereditiera Elizabeth Sandor, proprietaria di un castello situato in una località sperduta della Transilvania…
La chiave di tutto è in un inquietante passato.
Questo libro appartiene ad un filone di romanzi ispirati dal Dracula di Bram Stoker e come l’illustre capo stipite, si sviluppa attraverso una articolata e fitta corrispondenza tra i personaggi, dalla quale si evincono i fatti narrati, così come emozioni e sentimenti.
Va ricordato che al di là della fama planetaria di Dracula, questo personaggio possiede una forte carica simbolica, che, come ha spiegato bene Leonard Wolf, autore di A Dream of Dracula: In Search of the Living Dead (1972), “Dracula è una figura che costringe a confrontarci con i misteri primordiali: la morte, il sangue, l’amore e i loro reciproci legami”.
Ne “Gli archivi di Dracula” si può rintracciare la volontà di delineare la figura storica del vero Vlad Drakul, signore-guerriero sanguinario del XV secolo, che imponeva i propri voleri e la propria etica con metodi crudeli ed efferati, come ad esempio attraverso la pratica dell’impalamento, ma mediante tale ricerca, il lettore potrà imbattersi per esempio anche nella figura di  Erzsébet Báthory, detta “la Belva dei Carpazi”, una nobile donna anch’essa realmente esistita, considerata come uno dei primi serial killer noti nella storia della criminologia (le cronache narrano della sua abitudine di farsi il bagno nel sangue di vergini), per mano della quale morirono più di 600 giovani donne, tra metà del 1500 e i primi  del 1600.
Non c’è dunque da stupirsi che il testo di Rudorff rappresentò, all’epoca della sua uscita (1971), un piccolo fenomeno cult per tutti gli appassionati. Oggi i lettori italiani possono averlo a disposizione grazie a Gargoyle Books … e il consiglio è quello di non farselo sfuggire.

di Michela Ferraro

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine