Quando la natura si fa musica
Acqua, vento, echi di un viaggio nel cuore della terra. Questo è Bueno Fonteno – Electronica Speleologica, la colonna sonora di un’esplorazione, quella dell’Abisso Bueno Fonteno, una grotta lunga di ben 18 km e profonda 500 metri.
Opera di Max Pozzo, ricercatore e appassionato di speleologia, nasce come campionamento di suoni, il dolce eco della natura, che prende le vesti semplici e profonde della musica elettronica.
L’album si inserisce, quindi, all’interno di un filone musicale che ricalca le impronte di artisti come Jean Michel Jarre, Vangelis, Kraftwerk, autori di opere che spesso accompagnano filmati di prestazioni sportive o naturalistiche, o eventi importanti, epici.
E in effetti l’intento di Pozzo è proprio quello di creare musica che possa essere utilizzata da operatori, cineasti e produttori di film-documentari.
I pezzi risultano, quindi, la rielaborazione di suoni registrati dal vivo in loco, arrangiati e mixati dal fonico Nicola Ragni.
Sebinica part.1 e part.2, richiamano e promuovono immagini di vita intorno al Lago d’Iseo e al Sebino, mentre i titoli relativi a regioni del grande complesso carsico scoperto rievocano stati d’animo ed emozioni scaturite proprio dalla partecipazione a faticose esplorazioni sotterranee. I ritmi sono sostenuti: si va da dance e techno ad atmosfere più soft, quasi dub o chill.
Bueno Fonteno non rappresenta, tuttavia, il primo esperimento effettuato dal suo autore in questo senso. Questa colonna sonora arriva, infatti, dopo Pezzodipozzo, una raccolta di otto pezzi realizzati quasi per gioco, nel corso di un’esplorazione speleologica per evitare che il filmato avesse un altro sottofondo musicale. L’album venne autoprodotto nel 2005 in 1000 copie. Con Bueno Fonteno Pozzo ha, però, voluto fare di più. Maggiormente vario nella produzione dei suoni, il disco rappresenta infatti un definitivo ulteriore approfondimento nel ramo della musica virtuale, legata all’affascinante mondo delle esplorazioni naturali.
di Cristina Columpsi