L’Uomo Fiammifero sbarca a Londra e il regista Marco Chiarini ci concede un intervista nella hall del River Side Studio, dove il film viene proiettato per la prima volta.
Un film dal badget modesto che suscita entusiasmo. come ti spieghi tanto successo? E quale è la chiave di volta che fa apprezzare il film?
Secondo me, il film racconta dei bambini come se il regista fosse un bambino. Riesce a toccare “corde” emotive messe in letago durante l’adolescenza. Il fim è autoriale: la mia visione è infatti fortissima, ma l’audiece dai 4 anni si immedesima nel linguaggio scelto.
Qual è stata la parte più difficile che hai dovuto affrontare nel corso della lavorazione del film?
Ogni momento è stato difficile. Visto il badget ristretto, le continue correzioni ed eventuali aggiustamenti della sceneggiatura, i vari problemi per la distribuzione.
Tra i personaggi ce ne è stato uno che mi ha incuriosito: Giulio Buio. L’ antitesi di Simone che cerca la luce e la madre. Perché la scelta di questo personaggio?
Giulio, come tutti i suoi amici immaginari, rappresenta le paure di Simone. in questo caso la paura del buio, e la paura di essere nuovamente abbandonato.
Tra i personaggi, quale voresti essere?
Mani Grandi, poiché riesce a far rivivere i ricordi come se fossero ora
C’è stato un personaggio nella tua vita che ti ha illuminato la via come fa l’uomo fiammifero?
Un esempio da seguire è stato Giorgio Diritti e il suo libro: Il vento fa il suo giro”.
L’Intervista si conclude con la raccomandazione dell’intervistato di citare nell’articolo il Cineforum di Teramo a cui vuol dar tributo per la realizzazione e la produzine del film. Il film applauditissimo a Londra è stato seguito dal successo del libro, che ha finaziato il film e contiene i disegni le foto e gli acquarelli che Marco Chiarini aveva realizzato progettando il film .
di Valeria Marchetti