La Commissione nominata dal Ministero detta una traccia non originale e scoppia la polemica. La testimonianza di un candidato
Il 28 ottobre, a Roma, al concorso pubblico nazionale che deve nominare 200 nuovi iscritti all’Ordine Notarile succede l’inimmaginabile.
I candidati rilevano gravi irregolarità e protestano animatamente, la Commissione – dopo ore di grida e opposizione serrata – è costretta a sospendere lo svolgimento dell’esame. Il Consiglio Nazionale del Notariato comunica l’annullamento delle prove, il Ministro della Giustizia Alfano chiede il parere del Consiglio di Stato per decidere sull’annullamento dell’intero concorso, la Procura di Roma – stando ad alcuni organi di stampa – apre un’inchiesta sui fatti contestati. Oggetto delle polemiche è la traccia della seconda prova scritta, la cosiddetta “Mortis Causa”, che risulta essere identica nella sostanza – e, in alcuni passi, anche nella forma – ad una simulazione di prova svolta il 6 ottobre nella scuola del Consiglio Notarile di Roma Anselmo Anselmi.
A. P., uno dei candidati presenti il 28 ottobre nel padiglione 8 della Fiera di Roma (che preferisce restare anonimo), racconta i fatti ai quali ha assistito e le testimonianze di alcuni colleghi. La seconda prova si era conclusa verso le 20.20 del giorno prima, apparentemente senza problemi. La traccia incriminata, che pure è stata analizzata dalla scuola di Roma in videoconferenza con scuole di Bologna e Milano – dice A. – ed è arrivata a centinaia di studenti, è solo una delle molte esercitazioni circolate in prossimità dell’esame – ci spiega – e quindi le analogie con il testo ufficiale non vengono immediatamente riconosciute dai candidati. Il giorno della terza prova, però, dopo che la voce si è diffusa e gli aspiranti notai hanno avuto il tempo di verificare l’irregolarità, la Commissione viene accolta dal Padiglione 7 – quello nel quale si trova la maggioranza dei candidati – «con un boato e applausi di scherno». «Un commissario ha cercato di leggere la traccia fino alle 16.00, ora che rappresenta la deadline per la dettatura – racconta A. – ma è stato ogni volta interrotto dall’aula». Quando – sul tempo limite – il commissario, sostenendo di aver completato la dettatura, annuncia l’avvio della prova, le contestazioni lo sommergono e, dopo altri 40 minuti di “Buffoni!”, “Vergogna!” e urla varie, arriva, inevitabile, la sospensione. «Nel Padiglione 8 sentivamo le grida, senza capire pienamente cosa stesse succedendo – continua A. – ma anche da noi in mattinata era girata la traccia della scuola di Notariato ed era stata avviata una raccolta di firme tra i candidati, quindi le motivazioni della protesta erano note».
L’aspirante notaio conferma anche alcune delle voci riportate sul sito de la Repubblica: «Mi hanno detto che, verso le 10 del mattino, una ragazza è stata trovata in possesso di fogli sui quali c’erano già sia la traccia della terza prova che il timbro del Ministero. Le richieste presentate alla Commissione dai miei colleghi, infatti, sono state due: la verbalizzazione della irregolarità del giorno prima e la verbalizzazione dell’espulsione di questa candidata. Si dice invece che, alla fine, sia stato verbalizzato il suo ritiro, fatto, ovviamente, ben diverso». Sembra anche che, sollecitata da alcuni candidati (che avevano portato in aula la traccia già nota), la Commissione abbia ammesso le corrispondenze con la traccia del giorno precedente, pur tentando, poi, di far riprendere ugualmente la prova. In merito alla presunta crisi di pianto di un commissario, invece – sulla quale ci sono state indiscrezioni – A. dice di trovarla “credibile”. «La traccia notarile – e questa era di un notarile spettacolare, ben scritta e pensata con calma – può essere scritta solo da un notaio. Può essere che la Commissione, che è formata per il 60% da non notai e che dovrebbe riunirsi alle 6.00 del mattino per formulare una traccia inedita, l’abbia accettata acriticamente. Bene che vada, si tratta di un caso di faciloneria, e di faciloneria molto grave», viste le categorie professionali interessate.
Intanto, le tracce – che non comparivano sul sito della scuola romana (i “materiali” di studio risultano essere “under construction”), né sul sito ufficiale dei praticanti notai (oscurato per un certo tempo subito dopo le contestazioni) – sono state pubblicate da LaRepubblica.it e sono, ormai, liberamente confrontabili. In attesa delle decisioni del Ministro Alfano, il sentimento più diffuso tra i candidati è l’amarezza per la negligenza – nella migliore delle ipotesi, se non saranno rilevate responsabilità più gravi – con la quale sono stati accolti dalla Commissione che avrebbe dovuto esaminarli. Ad A., però, preme soprattutto che questo caso, che non ha precedenti nella storia del notariato, non alimenti un’ostilità immotivata nei confronti dell’attività notarile. Quanto è successo, capiamo dalle sue parole, non deve portare a dubitare della preparazione di notai ed aspiranti notai, né può mettere in discussione l’importanza della funzione svolta dall’intera categoria professionale.
di Cristina Scatolini