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Disabilità, questa sconosciuta

DisabiliIl Censis denuncia una disinformazione ai limiti del razzismo

Quanto conosciamo i disabili? Davvero poco e con molta approssimazione sono le risposte del primo rapporto di ricerca che il Censis, Centro studi investimenti sociali, dedica all’argomento.

Le disabilità tra immagini, esperienze e emotività” prende in considerazione le conoscenze degli italiani su quattro tipologie di disabilità collegate a sindrome di Down, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e autismo. L’indagine, effettuata con una rilevazione a campione telefonica su 1.500 persone, mostra una percezione lacunosa e distorta, avverte il Censis.
Il 62,9% degli intervistati pensa alla disabilità solo in termini di limitazione al movimento, mentre  il 15,9% immagina una disabilità intellettiva, una minima percentuale (18,4%) associa il concetto a un deficit plurimo, ossia ad una combinazione di due o più disabilità.

Il primo pensiero di fronte ad una persona con handicap è quello di ricondurne la causa ad
un incidente per il 68,7% del campione, ad una malattia dalla nascita per il 14,2%, mentre potrebbe aver contratto una malattia neurologica in età adulta per l’11,1%.
Anche questa è una percezione carente, sottolinea il Censis, dato che sono invece la patologie neurologiche ad avere un peso determinante: “Sebbene gli incidenti rappresentino una causa frequente di disabilità, il fatto che solo un italiano su dieci pensa a patologie neurologiche, come la sclerosi multipla, l’ictus o la malattia di Parkinson, che invece hanno un peso rilevante nel determinare la disabilità nelle fasce d’età giovanili e adulte, è sintomo di una percezione riduttiva e deformata”.

Uno dei dati più sconcertanti, che nel rapporto Censis viene definito “ai limiti del razzismo”, è il persistere di un luogo comune secondo il quale i Down sono tutti uguali, sia esteticamente che come carattere. Ne sono convinti due italiani su tre; il dato raggiunge il 75,6% tra i soggetti meno scolarizzati e rimane comunque maggioritario anche tra i laureati, che lo ritengono vero nel 60,5% dei casi. L’82,9% del campione afferma di conoscere la sindrome di Down, di questi però il 55,7% è convinto che nella maggior parte dei casi le persone che ne sono affette muoiano giovani, che non superino i 40 anni di età, mentre in realtà l’aspettativa di vita media per queste persone è oggi superiore ai 60 anni.
Le convinzioni errate sembrano essersi sedimentate, all’interno di una sorta di rumore di fondo informativo, come effetto di una comunicazione mediatica che sul tema è spesso confusa e sensazionalistica” denuncia il Censis. 
L’effetto di una comunicazione mediatica errata, forse supportata anche dal successo di film che hanno trattato casi specifici, si fa sentire anche a proposito dell’autismo: tre intervistati su quattro, il 73% del campione, ritengono che le persone affette da autismo abbiano una genialità in matematica, musica o arte.

di Ilaria Eleuteri

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine