La famiglia Jordan, già crudelmente massacrata nel 1998 in
Happiness (il film che fece conoscere
Todd Solondz al grande pubblico internazionale) torna protagonista in
Perdona e dimentica, un sequel ideale che ne racconta le vicende a una decina d’anni di distanza. Dopo la felicità (happiness), il regista si sofferma stavolta sul tema del perdono, declinandolo in tematiche al solito fortissime e scomode: pedofilia, tossicodipendenza, suicidio ed altre umane mostruosità.
I personaggi protagonisti mantengono dunque inalterati i nomi, le caratteristiche (e le nevrosi…) del precedente film, ma sono interpretati da attori diversi: per questo, sarebbe forse più corretto parlare di “
variazione sul tema” anziché di sequel vero e proprio.
La scena iniziale di
Perdona e dimentica – nonché i titoli di testa – crea un irresistibile corto circuito nello spettatore che ha visto
Happiness: è la riproposizione della stessa scena, con gli stessi dialoghi e in parte le stesse inquadrature, il tutto interpretato da attori diversi: Allen è qui
Michael K Williams (al posto di Philip Seymour Hoffman), mentre sua moglie Joy è
Shirley Henderson (al posto di Jane Adams). Con il proseguire degli eventi torneranno tutti gli altri personaggi, e scopriremo così le due sorelle di Joy, Trish (
Allison Janney, precedentemente era Cynthia Stevenson) che con i tre figli si è creata una nuova vita ora che il marito pedofilo è in prigione, ed Helen (
Ally Sheedy, precedentemente Lara Flynn Boyle), ormai scrittrice e sceneggiatrice di chiara fama ma forse non ancora felice.
Joy, graziosamente fuori moda nel persistere l’ideale hippy e ostinata a voler aiutare il prossimo, perlustra l’intera famiglia in cerca di certezze e di risposte. O, quanto meno, di consolazione. Non ne avrà, e forse dopo non starà neanche meglio. Come sempre, il destino si accanirà su di lei in modo spietato.
Ma il vero “faro” del film è il piccolo Timmy (interpretato dal talentuoso attore dodicenne
Dylan Riley Snyder), il figlio di Trish e Bill (
Chris Marquette). Scoperta la verità sul padre, si trasforma in un fiume in piena di domande (morali, esistenziali, politiche), mettendo in crisi il piccolo mondo di adulti che lo circonda.
Ad argomenti tetri, più che neri, Solondz contrappone dialoghi scoppiettanti e movenze da commedia divertente, come nella miglior tradizione della
black comedy: il risultato è un film intelligentissimo e graffiante, mai provocante a vuoto e oltraggioso al punto giusto. E, per non farsi mancar nulla, commovente.
Perdona e dimentica ha vinto il Premio per la
Miglior Sceneggiatura alla 66° Mostra del Cinema di Venezia, ed è nei cinema da venerdì 16 aprile distribuito da
Archibald Enterprise Film in (sole) trenta copie.
Il titolo originale,
Life During Wartime, si riferisce all’odierna situazione degli Stati Uniti (a tutt’oggi un paese in guerra) ed, evidentemente, ai comportamenti dei protagonisti del film.
di Manuela Pinetti