CAE, è l’acronimo di Città dell’Altra Economia, una semplice sigla che ingloba l’anima della green economy nella città eterna, specificatamente all’interno di Campo Boario di Testaccio.
Cosa teme la CAE dalla privatizzazione?
Roma si priverà così di un luogo pubblico e quindi assolutamente gratutito. Il terzo,(ossia chi vincerà l’appalto), anche se in buona fede, deve sostenere costi per curare la struttura, quindi la mercifica. Vogliamo evitare la logica della privatizzazione del nostro spazio pubblico. Per fare cultura ed economia solidale non bisognerebbe mettere mano al portafoglio.
Ha provato a contattare gli organi predisposti per avere chiarimenti?
Sì certo ma le nostre richieste non hanno trovato risposta.
Eclipse ha contattato l’assessorato predisposto, ottenendo il medesimo risultato.
Perché, secondo lei il Comune dopo aver condiviso il progetto oggi fa un passo indietro?
Diciamo che il comune di Roma non ha interesse a portare avanti il progetto.
Ma come se si legge nel comunicato stampa che l’ha appoggiato?
Si riferiva alla precedente amministrazione
Cosa chiedete voi concretamente e cosa state facendo per riottenere che la Città dell’altra Economia resti un luogo pubblico e gratuito per i romani?
Il 29 ci sarà una manifestazione di protesta, con cui diamo un segnale per fermare il bando. Non bisogna fermare l’Altra Economia della Città, un’ economia che punta vesro la persona, che fa risaltare i valori del lavoro e la dignità del lavoratore. Un’economia opposta al modello fordista che guarda all’uomo.
Se il comune di Roma vorrà rispondere dalle pagine di Eclipse, saremo felici di dare anche al Comune di Roma il dovuto spazio di risposta.
di Valeria Marchetti