L’arte del pittore olandese fra universale immobilità e moderna inquietudine
È stata inaugurata l’8 ottobre, presso il Complesso del Vittoriano a Roma, e sarà aperta al pubblico fino al prossimo febbraio la mostra dedicata a Van Gogh: Campagna senza tempo – Città moderna.
Una collezione di oltre 110 opere che ripercorrono la storia e l’evoluzione artistica del pittore olandese, dai primi anni dedicati alla ricerca e all’imitazione del suo principale ispiratore Jean-François Millet al periodo parigino, agli ultimi anni trascorsi a Saint-Remy e Auvers. Un vero e proprio viaggio nella concezione e nella visione dell’arte, come strumento per comunicare valori e concetti senza tempo. La campagna è il soggetto dominante, il lavoro della terra con la ritualità di gesti che sono sempre gli stessi e che assicurano l’immutabilità di quelle realtà. Van Gogh è attratto dall’universalità che si nasconde nel volto di un contadino e nell’arte del lavoro manuale. In parte egli vorrebbe che l’arte fosse in grado di porre l’accento e far luce su alcune realtà ed avesse quindi anche fini sociali. Le sue prime opere sono spesso riproduzioni di alcuni dipinti di Millet, scene di vita contadina reinterpretate in chiave drammaticamente moderna. Nei suoi dipinti i colori sono più cupi, i volti più stilizzati, l’armonia dei quadri di Millet scompare per lasciare il posto a nuovi sentimenti, di angoscia e inquietudine nei confronti dei cambiamenti che la realtà moderna impone al mondo e alla campagna stessa. È questa la prima fase pittorica di Van Gogh, una fase di sperimentazione la cui fine coincide con l’inizio del soggiorno parigino. Qui l’artista non può non essere attraversato dalla corrente impressionista, riscoprendo colori più vivaci e brillanti come in Orti a Montmartre, o utilizzando la tecnica del pointillisme come in Interno di un ristorante. In Ponte sulla Senna ad Asnières, invece, ogni singolo elemento del paesaggio riflette tutti i colori e le sfumature del cielo, proprio come nel miglior dipinto impressionista. Prosegue il soggiorno in Francia, ma questa volta lontano da Parigi, in Provenza, di nuovo a contatto con la campagna a Saint-Remy e Auvers. La pittura di Van Gogh cambia nuovamente, regalando una nuova stagione caratterizzata da uno stile più personale e marcato. Abbandonata l’influenza impressionista, le pennellate tratteggiate e i colori brillanti lasciano il posto a una tecnica più intensa e sofferta, caratterizzata da forti contrasti di colore e tratti più decisi. Così accade in Cipressi con due figure femminili, Montagne a Saint-Remy e ne I bevitori, un’opera che può essere considerata emblema dell’intera mostra, in costante bilico fra amore per la campagna e attrazione per il moderno. I bevitori rappresentano e incarnano le quattro età dell’uomo e sono, quindi, figure universali. Sullo sfondo, un campo, appare una ciminiera, quindi l’elemento di modernità, di contingenza che sempre accompagna le opere di Van Gogh e che costituiscono l’essenza stessa della sua identità artistica.
Van Gogh: Campagna senza tempo – Città moderna
8 ottobre 2010 – 6 febbraio 2011
Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere Roma
+39 066780664
Costo del biglietto: 12 euro (intero), 8,50 euro (ridotto)
Lunedì, martedì, mercoledì e giovedi: 9,30-19,30;
venerdì e sabato: 9,30-23,30;
domenica: 9,30-20,30.
di Cristina Columpsi
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