Prodigi è uno spettacolo unico nel suo genere nel quale il pubblico viene catapultato indietro nel tempo, oltre un secolo fa, in unʼepoca dove i fenomeni umani suscitavano grande attenzione e clamore.
Protagonista assoluto è Vanni De Luca, autentico specialista delle meraviglie, un uomo che è riuscito ad utilizzare il proprio corpo in maniera straordinaria grazie ad un allenamento quotidiano e costante sviluppato in molti anni.
In una ambientazione a metà tra uno studio medico e un salotto ottocentesco, Vanni racconterà vita morte e prodigi dei suoi maestri e predecessori da Harry Kahne a Mirin Dajo aprendo lo scrigno delle sue multiformi capacità: ricordare centinaia di pagine di un libro, risolvere in pochi secondi complicatissimi enigmi matematici, spingere il proprio corpo oltre i limiti della natura, scrivere e parlare al contrario, risolvere il cubo di Rubik mentre declama a memoria canti della Divina Commedia scelti dal pubblico, fino ad arrivare al suo numero di punta: le Meraviglie Multiple.
È il trionfo del multitasking umano, un uomo solo contro tutti, nessun attrezzo, solo una mente. Una mente che compie PRODIGI.
“Il trucco vi deluderà. Non ha nulla di geniale, richiede solo una preparazione esasperante che i tecnici dietro le quinte sono soliti chiamare SCHMEH. Sono lavori estenuanti che portano via una infinità di tempo e devono essere eseguiti alla perfezione se si vuole evitare che il numero fallisca” (Edward Teller)
“Tornate allʼantico e sarà un progresso” (Giuseppe Verdi)
Regia di Davide Calabrese
con Vanni De Luca e Tiziano Grigioni
scritto da Davide Calabrese, Vanni De Luca, Fabio Vagnarelli
Musiche originali di Fabio Valdemarin
Scene e costumi di Andrea Stanisci
Produzione esecutiva Fabio Vagnarelli
Dal 9 al 26 novembre 2017
SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
www.salaumberto.com
La Sala Umberto di Roma aderisce alla campagna “Posto occupato” #30giorniNO contro tutte le violenze di genere.
Fino al 25 novembre – Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne – ogni sera lasceremo un posto simbolicamente per una donna, che avrebbe voluto essere presente a Teatro, a sorridere, riflettere, magari commuoversi, ma che non potrà in quanto vittima di violenza.