«Guillaume – ha dichiarato il regista al protagonista del film – voglio seguire una semplice idea fino alla fine. Il tuo personaggio è un uomo assente che è sempre in viaggio. Torna a casa e scopre delle cose che non sapeva. Immaginiamo una situazione nella quale tu come attore scopriresti gradualmente la verità senza conoscere la sceneggiatura. Saresti disposto a rischiare?».
La risposta di Canet è stata, ovviamente, affermativa e il risultato non può che essere vincente, vista la qualità di questo piccolo grande film: Mon Garçon, infatti, pur essendo stato girato in soli 6 giorni (o forse proprio per questo), mantiene una struttura molto serrata per tutta la durata del film, focalizzandosi sulla psicologia del suo protagonista e sulla crescita del suo dolore interiore che lo porta, piano piano, a perdere completamente il senso della realtà.