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Il Relitto dell’Ancona

anconaBraccio di ferro Italia-Usa per il recupero del suo “tesoro”

Sin dall’antichità il Mar Mediterraneo è senza dubbio uno dei principali custodi della nostra storia: le sue acque rappresentano uno scrigno segreto, talvolta inaccessibile, capace di preservare nei secoli alcune delle evidenze più significative per la storia di una Nazione o di una cultura.

Tra i tesori del mondo sommerso, il piroscafo Ancona, che giace nei fondali tra la Sicilia e la Sardegna a ben 500 metri di profondità, è protagonista di una vicenda che suscita ancora oggi interesse e partecipazione emotiva.
Diretta al porto di New York, l’ “Ancona” salpa da Napoli  il 6 novembre del 1915 e, dopo aver effettuato uno scalo a Messina, si avvia ad intraprendere la rotta che la porterà in mare aperto, un mare che purtroppo non vedrà mai.
Il 7 novembre  1915, al largo di Capo Carbonara, il piroscafo viene abbattuto da un sommergibile U-38 comandato dal tedesco Max Valentiner che solcava le acque sotto falsa copertura austro-ungarica.
Il gigante del mare, lungo ben 120 metri e dal peso di 8200 tonnellate si inabissa provocando la morte di ben 206 passeggeri, per lo più emigranti napoletani, decisi a cercar fortuna oltreoceano.
Ma la storia dell’Ancona è anche la storia di un tesoro immenso:  ben 12 bauli d’oro dal peso di 90 kg l’uno erano custoditi nella stiva al momento dell’affondamento  e oggi sono inaspettatamente tornati all’attenzione delle cronache.
Ancora oggi ci si chiede innanzitutto i motivi che hanno spinto il Governo italiano ad imbarcare questa ingente somma di denaro: la prima versione ufficiale sostiene che il carico serviva per effettuare regolari pagamenti alle banche americane.
Ipotesi più recenti e maggiormente convincenti sostengono al contrario che i bauli d’oro servivano per acquistare armi e munizioni  per l’esercito italiano durante un conflitto che sembrava essere sempre più imminente contro gli alleati austriaci, per la conquista dell’ Istria e del Trentino.
Dopo una serie di ricerche d’alto fondale effettuate negli ultimi anni, oggi la compagnia statunitense Odyssey Marine Exploration, nota per il recupero di tesori sommersi, ha reclamato presso il Tribunale di Tampa, in Florida, i diritti del recupero esclusivo del piroscafo, presentando come inoppugnabile prova un reperto recuperato del 2007  appartenente al relitto.
La risposta italiana a queste pretese non si è fatta attendere.
Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Sicilia,  ha reso pubbliche le ultime mosse della compagnia statunitense che ha inoltrato presso la corte  della Florida  la domanda di inibire le ricerche del relitto a qualsiasi altra équipe di ricerca  rifiutandosi di divulgare anche  le esatte coordinate geografiche sulla posizione del relitto.
Alle questioni meramente legali si affiancano motivazioni legate alla storia italiana: per Tusa  l’ “Ancona” rappresenta un cimitero di guerra che deve essere preservato da ogni tentativo di speculazione finanziaria.
Un nuovo scontro vede l’Ancona ancora protagonista: sarà una battaglia dura,  questa volta a colpi di sentenze e ricorsi,il cui esito è ancora avvolto nell’incertezza.

di Valentina Pascali

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine