Eliminati anche i duetti tra i Big. I primi vincitori e i primi esclusi di un Festival ormai al rush finale.
Massimo cinque voti, al costo di 0,51€ a sms per votare e decretare chi dovesse restare dentro e chi fuori dalla 67^ edizione del Festival di Sanremo. E così ecco i primi nomi che sanciscono l’inizio dell’avvio verso la fase finale della kermesse, che comincia stasera con la gara dei giovani e il primo trionfatore delle Nuove Proposte. Rimasti ancora in gara in quest’ultima categoria sono (come sancito dall’esito delle votazioni della terza serata): il favorito Lele, la cui “Ora mai” è stata molto apprezzata dal pubblico; quasi un ossimoro, ben descrive lo stato d’animo di chi conserva in sé ricordi reconditi anche dolorosi, perché certe ferite non si cicatrizzano mai e certi dolori restano per sempre indelebili dentro di noi, nella nostra memoria: anche se sembravano essere svaniti, a volte improvvisamente riaffiorano a ricordarci quegli intensi attimi vissuti. Cantautore, il giovane 22enne non ha nascosto la sua soddisfazione ed emozione di vedere una canzone scritta e composta interamente da lui portata sul palco dell’Ariston: ritmo, passione, entusiasmo, rabbia e vigore nel gridare sentimenti veri e autentici. E poi l’altro artista che accede alla finale della gara è Maldestro, con la sua “Canzone per Federica”. Sarà, dunque, un finale tutto al maschile nella quarta serata, che eleggerà un vincitore tra questi due ragazzi e Francesco Guasti (con “Universo”) e Leonardo Lamacchia (con “Ciò che resta”). Importante sottolineare come anche questi ultimi siano autori dei testi, tra l’altro molto significativi e profondi. Dunque ci si trova di fronte a dei veri e propri musicisti. Eliminata invece Valeria Farinacci (ma esce con il sorriso, come sottolinea Conti), sebbene la sua voce a nostro avviso non sia trascurabile: ha un timbro ben riconoscibile che, se modulato ancora meglio, può dare tanto dal punto di visto della variazione. Non è stata sufficientemente gradita la sua “Insieme”, che invitava alla fratellanza, all’unione ed a sostenersi reciprocamente nelle difficoltà, a una vicinanza fatta di umanità sincera: per questo è un peccato che questo messaggio non sia arrivato bene.
Nulla da fare neppure per Tommaso Pini e il suo brano “Cose che danno ansia”: un invito a lasciarsi scivolare le preoccupazioni che destano e portano un allarmismo eccessivo, vivendo la vita anche con più serenità, tranquillità ed anche un pizzico di leggerezza in più (questo un po’ forse il senso del suo look stravagante che può darsi non sia stato molto gradito, ma lo abbia anzi prenalizzato). Questi ultimi è sembrato abbiano cercato di fare qualcosa di diverso, ma non siano stati presi sul serio. O, forse, troppo forti semplicemente gli altri: pensiamo ad esempio al beniamino di “Amici” Lele appunto o a Francesco Guasti, dalla personalità spiccata che qui alla gara di Sanremo Giovani, per così dire, si era già messo in evidenza (è alla sua seconda occasione qui in questo “assalto all’Ariston”).
Ma anche i Big sono stati sottoposti a un giudizio che “pesa”. Evidente la tensione nei volti di tutti i sei Campioni che hanno dovuto lottare per restare in gara. Si trattava di Ron (autore anche del testo della canzone) con “L’ottava meraviglia”; Raige e Giulia Luzi con “Togliamoci la voglia”; Bianca Atzei con “Ora esisti solo tu”, scritta per lei da Francesco Silvestre; Clementino con “Ragazzi fuori”; Giusy Ferreri con “Fa talmente male”; Nesli e Alice Paba con “Do retta a te”. Vengono eliminati i brani che hanno dato origine agli unici due duetti presenti. Purtroppo nessuno dei due è riuscito ad eguagliare il gradimento riscosso dalla coppia di Deborah Iurato e Giovanni Caccamo lo scorso anno. Anche il rap di Clementino resiste, ma vacilla non poco, rispetto al successo che aveva avuto nel 2016 con Rocco Hunt. Clementino, insieme ad Hunt, hanno trasformato il napoletano nella lingua del rap, raccontando storie di loro coetanei, di chi fa fatica a resistere e sopravvivere nella società attuale; storie di gente comune, della quotidianità di chi come loro è sempre stato ai margini e vive in bilico, sospeso tra la ricerca di un equilibrio e il lasciarsi andare alla spregiudicatezza di chi si sente escluso e vuole solo pace e non sembra gli sia permesso di poterne godere. La canzone di Clementino finisce con la frase “Scriverò sui muri della mia città storie di ragazzi fuori”: i muri sono quelli dei pregiudizi e delle barriere che si sollevano loro davanti, ostacoli insormontabili che li portano ad essere ghettizzati; i ragazzi fuori sono gli esclusi, coloro che non hanno accesso a molti dei privilegi della società contemporanea, ma restano ai margini, fuori dal benessere, e che spesso vanno fuori in cerca di fortuna; ma anche ragazzi fuori controllo, che si spingono agli eccessi per rivendicare il loro bisogno di riscatto e far sentire la loro voce, farsi notare per gridare i loro diritti che esigono: in primis quello a sognare, per scacciare le illusioni e le menzogne con sogni che riportino loro di nuovo il sorriso.
Vediamo ora le canzoni escluse. Per quanto riguarda quella di Nesli e Alice Paba, possiamo dire che aveva in sé un messaggio abbastanza positivo: parlava della forza di reagire alle delusioni e sofferenze, alla capacità di fidarsi ancora e di reagire e riuscire ad andare avanti comunque e sempre. Da subito, però, si è avuta la sensazione che non fosse stata ben recepita dal pubblico. I due si cercavano con gli sguardi, ma forse la voce di Alice (abituata da solista a The Voce of Italy, che ha vinto quest’anno) era troppo acuta e superava a volte nel ritornello quella di Nesli che, per quanto desse una base che poteva amalgamare la melodia, si perdeva un po’. Forse Alice avrebbe dovuto decidere di optare per una nota inferiore. Peccato perché è stato davvero molto l’entusiasmo messo dai due. Lo stesso dicasi per l’altro duo: quello di Giulia Luzi e di Raige. “Togliamoci la voglia” raccontava “il coraggio di essere felici”, di lasciarsi andare, di vivere in maniera istintiva e sino in fondo ogni emozione, anche la più irrazionale e imprevedibile, con la forza di stare con la persona con cui c’è un’empatia tale che permette di capirsi senza parlare, di sentire i propri cuori con un solo sguardo. Molto seducente, come provocante e sensuale è stata Giulia Luzi (molto matura e perfettamente a suo agio e consona al ruolo di donna adulta, nonostante la giovane età); ha tentato anche di ‘impressionare’ togliendosi all’improvviso la giacca che aveva appoggiata sulle spalle, quasi a significare di “spogliarsi” di fronte a tutti di ogni brivido ed emozioni, di mettere a nudo il proprio stato d’animo. Ci ha messo l’anima, ha cercato con lo sguardo di sedurre Raige, apparso più concentrato e attento alla telecamera che a lei, che dolcemente e carinamente le si è appoggiata sulla spalla in segno di intimità e raccoglimento. Ma forse, semplicemente, è stata un’esibizione troppo provocante per Sanremo e il pubblico. Peccato perché era un bel duetto molto grintoso, pieno di ritmo ed energia, di certo non banale. E poi impossibile non notare la voce splendida di Giulia Luzi (buone l’estensione e l’interpretazione), che più volte abbiamo potuto apprezzare a “Tale e quale show”. Ma forse le radio porteranno fortuna al brano, che sembra molto adatto ad essere messo in rotazione e pare davvero ben quotato per scalare le classifiche dei passaggi on air.
Intanto c’è già il primo premio assegnato. Il primo vincitore è Ermal Meta, che sembra con Fiorella Mannoia uno dei favoriti. Ḕ lui ad imporsi nella gara delle cover con la canzone “Amara terra mia”, dedicandola a tutti coloro che sono “fuggiti”, hanno cercato fortuna altrove, lontano, fuori, ma hanno sempre nostalgia di casa e della loro terra, che racchiude le loro origini, ha i loro ricordi e dove risiedono le loro radici preziose. Dare spazio alla sofferenza e alla malinconia per fare largo alla speranza e alla fiducia in un domani diverso e migliore. Seconda è arrivata Paola Turci (gradito ritorno di un’artista che finalmente si vuole bene ed è in pace e in armonia con se stessa) con la cover di Anna Oxa in “Un’emozione da poco”, perché le sembrava quella che meglio descrivesse cosa significhi Sanremo. Terzo Marco Masini, altro big che fa piacere ritrovare qui sull’Ariston, con quella di “Signor Tenente” di Giorgio Faletti: un tributo a questo artista scomparso e un omaggio a tutte le forze dell’ordine che rischiano ogni giorno la vita; un richiamo a quegli “eroi del quotidiano” ricordati e applauditi dal Festival. Tutti e tre sono ancora in gara per la finale dei Campioni di sabato prossimo.