Libero, eccentrico, anticonformista, ma anche estremamente audace, eroico e coraggioso: lunedì 14 novembre con il racconto della storia di Guido Keller, un nobile aristocratico milanese che durante la Prima Guerra Mondiale diviene un Asso della Regia Aviazione Italiana, uno degli sceltissimi piloti di Francesco Baracca. Per le sue imprese belliche si guadagna ben tre medaglie d’argento. Diventa poi il Capo della Guardia di Gabriele D’Annunzio durante l’impresa di Fiume e compie azioni al limite della beffa, come lanciare dal suo aereo un vaso da notte su Montecitorio in spregio del Governo. Apre una scuola di pilotaggio e una linea aerea in Turchia, è pilota in Germania, va in America Latina per tentare di sottrarre le repubbliche sudamericane all’egemonia degli Stati Uniti. Morirà in un incidente stradale a soli 37 anni, chiudendo in velocità una vita vissuta a mille all’ora.
Martedì 15 novembre, è la volta di un geniale sperimentatore, artista a tutto tondo e saggio creativo. Sono infatti queste le tre anime di Peter Gabriel che, sviluppando un’ambiziosa ricerca sull’integrazione tra elettronica e world music, è riuscito a realizzare dischi fuori dagli schemi e destinati a influenzare due decenni di musica. Artista impegnato in ambito sociale e politico oltre che musicale, Gabriel ha inoltre contribuito, attraverso la sua etichetta Real World, a far conoscere al pubblico le opere di musicisti “etnici” provenienti da ogni angolo del pianeta con una particolare attenzione al Terzo Mondo.
Dall’arte allo sport, mercoledì 16 novembre è Marcello Fiasconaro il protagonista della puntata. Marcello gioca a rugby in Sud Africa, è di origine italiana e ha il doppio passaporto. Allenandosi si accorge di essere un bravo mezzofondista ed inizia a correre i 400 metri piani. La Federazione Italiana di Atletica si accorge di lui e gli chiede di venire in Italia e correre per il tricolore. Fiasconaro accetta e in poche settimane stabilisce il primato italiano sulla distanza. Decide allora di provare anche gli 800 metri e in una magica notte all’Arena di Milano stabilisce il nuovo record del mondo. Oggi è tornato in Sud Africa, ma in molti si ricordano ancora quella incredibile cavalcata verso il successo.
Giovedì 17 novembre è il momento Florence Foster Jenkins, ricca ereditiera e generosa mecenate statunitense, è passata alla storia come la soprano più stonata del mondo. Avrebbe dovuto scomparire nell’oblio per le sue performance deludenti, eppure così non è stato: è invece arrivata fino a noi con diversi dischi e registrazioni e attraverso numerose recensioni e stroncature di uno storico recital tenuto nientemeno che alla prestigiosa Carnegie Hall di New York, alla presenza della creme della società dell’epoca. Una donna probabilmente ignara della propria ridicolaggine, ma sicuramente animata da una immensa e genuina passione per la musica.
A chiudere la settimana venerdì 18 novembre è la storia di uno degli attori più famosi degli Stati Uniti d’America, ma potremmo dire del mondo. È il 1977 quando sul palco degli Academy Awards sale un attore semi-sconosciuto di 30 anni. La sua vita, fino ad allora, è fatta soprattutto di fallimenti. Ma in quel momento sta raccogliendo il suo primo, grande successo. L’attore è Sylvester Stallone e il film premiato con l’Oscar come migliore pellicola dell’anno è Rocky, che Stallone ha scritto e interpretato dopo aver visto un mitico incontro di Boxe fra Muhammad Alì e lo sfavoritissimo Chuck Wepner. Come il suo alter ego, anche Stallone nella vita ha preso tanti pugni. Senza soldi, con un’infanzia difficile alle spalle, vittima dei bulli che lo prendono in giro per quello che poi diventerà il suo famoso ghigno, ma che in realtà è il risultato di una paresi facciale, Stallone ha dalla sua una volontà fortissima che lo sprona a cercare una vita migliore, a realizzare i suoi sogni.
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