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Codice Genesi: Denzel Washington e il futuro del mondo

Codice_GenesiC’è chi da un po’ non riesce proprio a fare a meno di prospettare all’umanità epiloghi apocalittici e disastrosi.

In “Codice Genesi” (ennesima storpiatura dell’adattamento italiano del ben più coerente “The book of Eli”) i fratelli Huges ripropongono il mondo trent’anni dopo la fine di una disastrosa guerra atomica. I pohi esseri umani sopravvisuti, vivono in quel che rimane delle loro città dimenticando il loro passato e cercando di costurire un nuovo futuro malgrado la violenza, il grigiore e la desolazione in tutto quello che li circonda.
In questo ameno contesto non può che inserirsi il seme della speranza, Eli (Denzel Washington),  un uomo taciturno e solitario, pronto a  scagliarsi contro i cattivi che ostacolano il suo cammino e prodigo di buonismi, ma non troppo, con gli innocenti. Una sorta di Ken il guerriero dal coltello facile. Nel suo tragitto che lo conduce verso l’ovest, Eli dovrà combattere contro Carnagie (Gary Oldman), prepotente capo villaggio alla disperata ricerca dell’ultima copia di un libro talmente potente da controllare le menti dei più deboli e che già fu causa di tante distruzioni: la Bibbia

Assolutamente nulla di nuovo, dunque, sul fronte del tema e della struttura narrativa: il buono, il cattivo, la prova ecc…
Allo stesso modo, la regia prende in prestito molto dai film western, con campi lunghi e scene di silenzio assordante e formule standard del genere: sparatorie al centro del paese, duelli nel saloon, lotte per la donzella di turno.
La fotografia, purtroppo, se da un lato può risultare affasciante con il suo filtro grigio imperante, dall’altro appiattisce senza dare la giusta profondità alle scene.
Dal punto di vista attoriale, invece,  non possiamo assolutamente lamentarci: Danzel Washinghton ha costruito un ottimo personaggio, retto soprattutto dalla sua mimica e dalla sua postura viste le poche battute concessegli. L’attore non ha voluto controfigure per le scene e si è allenato per mesi per ottenere un risultato scenico estrememente fluido e naturale. Allo stesso modo Gary Oldman si è trasformato in uno splendido cattivo di turno che, pur vivendo di clichè, diviene artefice di un odio dettato più dalla sopravvienza che dal male in senso stretto. Un cattivo alla batman per intenderci…
Da sottolineare, per chi non dovesse accorgersene, anche la presenza di Tom Waits nei panni del rigattiere  del villaggio (che dopo Parnassus c’abbia preso gusto?)

Codice Genesi è sicuramente un film interessante che però ha la grande pecca di non aver osato  dove avrebbe dovuto col risultato di aver reso l’andamento della storia un po’ troppo prevedibile.
Pagano molto anche i tanti riferimenti ad altri film ed altre storie già viste e riportate qui con fin troppa fedeltà.
C’è da chiedersi cosa sarebbe stato di questo film se non avesse avuto la presenza di Oldman e Washington.

di Roberto Pagliarulo

Svevo Ruggeri
Svevo Ruggeri
Direttore, Editore e Proprietario di Eclipse Magazine