70 anni e non sentirli. Ritorna sul grande schermo uno dei mostri più spaventosi del cinema. E stavolta fa ancora più paura
Anche un uomo puro di cuore che recita le sue preghiere la sera può diventare un lupo quando fiorisce la luparia e risplende la luna d’autunno.
Leggenda gitana
Nel 1941, George Waggner dirige The Wolf Man facendo interpretare all’allora sconosciuto Lon Chaney Jr. (ma che di lì a poco sarebbe diventato una stella del cinema horror americano) il ruolo di Larry Talbot, l’uomo lupo protagonista. Il film riscuote un grandissimo successo e spinge la Universal, allora casa di produzione e distribuzione del film, a continuare a lavorare sul filone cinematografico del terrore.
Quasi 70 anni dopo, la Universal decide di rimettere in scena il suo figlio perduto, affidando la regia del remake The Wolfman a Joe Johnston (già regista di Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, Jumanji e Jurassic Park III), e facedondolo interpretare da Benicio del Toro e Anthony Hopkins nei rispettivi ruoli del regale attore teatrale Lawrence Talbot e Sir John Talbot, il suo anziano e bizzarro padre.
Un restauro azzardato, direte voi.
Invece, più che azzeccato.
Il potere del nuovo film di casa Universal sta nel non aver voluto realizzare una perfetta riedizione del film (rischiando così di cadere in un banale ‘copiaincolla’ di scene dal risultato sensibilmente inferiore al suo predecessore) e nell’aver, invece, tentato un’altra strada: quella dell’ispirazione, del rimando, del ricordo.
Il film di Johnston, infatti, ricorda molto da vicino nelle tematiche, nelle situazioni, così come nei luoghi il film che portò Chaney al successo, ma è allo stesso tempo un film moderno, carico d’azione e ricco di effetti speciali figli dell’età moderna (sebbene il vero punto di forza del film stia nel non aver digitalizzato troppo le trasformazioni). Non c’è pornografia visiva in questo film: nessun braccio mozzato senza motivo, nessuna scena di sesso immotivata, nessuno squartamento alla luce del sole: tutto avviene con estrema eleganza, raffinatezza, in punta di piedi e ci sembra quasi che l’uomo lupo chieda il permesso al suo spettatore prima di aggredire la sua preda.
Incredibili anche le interpretazioni degli attori di questo nuovo
Wolfman: Anthony Hopkins e Benicio del Toro riescono ad immedesimarsi così tanto nella loro parte da divenire “mostruosi” anche senza subire la trasformazione.
di Luna Saracino
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