Battaglia legale fra l’attore e la casa di produzione del nuovo film del regista horror
Dovrebbe uscire domani in dvd negli Stati Uniti e il 3 novembre in Italia, in home video, il nuovo film di Dario Argento, Giallo.
Un titolo evocativo, che in questa vicenda sembrerebbe proprio calzare a pennello. Sì perché la sorte di questo film, la cui produzione è cominciata due anni fa, risulta ormai avvolta nel mistero. L’attore protagonista della pellicola, Adrien Brody ha, infatti, deciso di bloccarne l’uscita, aprendo una vera e propria battaglia legale con i produttori. A spingere l’attore verso questa decisione sarebbe stata, non tanto l’accoglienza estremamente negativa riservata dai critici, ma il modo in cui egli sarebbe stato coinvolto all’interno del progetto, ovvero con l’inganno. Si tratta di una lunga storia cominciata diversi mesi fa, quando Brody veniva a scoprire, proprio in corso di ripresa, che i produttori non avevano a disposizione sufficienti risorse economiche per tener fede all’incasso concordato. Il contratto dell’attore prevedeva infatti una forma di pagamento “pay or play”, ovvero la possibilità di percepire l’incasso anche se il film non fosse più stato portato a termine. Brody aveva così deciso di abbandonare le riprese e, a questo punto, arrivava l’ulteriore frode. Sembra, infatti, che i produttori abbiamo provato a convincere l’attore a rimanere sul set con l’inganno, ovvero sostenendo di avere ricavato la liquidità necessaria dalla vendita dei diritti del film in Italia. Brody rinunciava, quindi, alla garanzia dei 640.000 dollari e otteneva, in cambio, la possibilità di bloccare l’utilizzo della propria immagine in caso di inadempienza dei pagamenti. Tuttavia la recente scoperta dell’inganno avrebbe nuovamente riaperto il giallo, con una conseguente aspra reazione da parte dell’attore. L’intenzione di Brody è infatti quella di bloccare l’uscita del dvd negli Usa, oltre che far gravare sulla testa dei produttori una serie di accuse fra cui frode e appropriazione indebita. Le sorti della pellicola restano quindi ancora sconosciute. E il giallo continua.
di Cristina Columpsi