Julianne Moore presenta al Festival di Roma The Kids are all right e bacchetta Berlusconi
Dopo l’accalorata difesa della cultura da parte di Fanny Ardan in seguito alla manifestazione dei 100 autori, anche Julianne Moore impartisce a questo paese lezioni di progresso ed apertura mentale.
Stimolata dalla stampa ad esprimere la sua opinione sull’ultima esternazione omofobica del Premiere Silvio Berlusconi, l’attrice ha così commentato:
“Tutto questo è arcaico, imbarazzante ed assolutamente idiota. Ormai viviamo in un momento culturale in cui abbiamo capito perfettamente che la nostra direzione sessuale è strettamente legata alla biologia. Noi siamo ciò che siamo e sentire questi commenti è veramente sconcertante.” Un intervento del tutto appropriato quello della Moore durante la settima giornata del
Festival Internazionale del Film di Roma, visto che, oltre alla ritiro del
Marco Aurelio all’Attore, l’attrice è arrivata nella capitale soprattutto per promuovere il suo ultimo film
The kids are all right. Diretta da
Lisa Cholodenko e scritta da
Stuart Blumberg, la pellicola racconta la storia famigliare e matrimoniale di due compagne con figli adolescenti avuti grazie all’inseminazione artificiale. Nic e Jules sono sposate e vivono in una casa accogliente fuori città nella California del Sud insieme ai figli Joni e Laser. Le due “Moms” sono riuscite a crescere i loro ragazzi con serenità, creando un nucleo famigliare forte e consolidato, ma quando Joni diventa maggiorenne il fratello le chiede di aiutarlo nella ricerca del padre biologico creando fermento ed instabilità. Da quel momento inizierà un nuovo capitolo per l’intera famiglia che, con l’entrata in scena del bio-papà Paul, dovrà ridefinire i legami che la compongono.“
Questo è innanzitutto un film sulla famiglia – spiega la Moore protagonista con
Annette Bening –
è una meditazione su come si allevano i figli e su come li si aiuta a lasciarci. Ben presto ci si dimentica del fatto che gli elementi di questa coppia siano due donne, in realtà questa è un nucleo assolutamente normale. Spesso i film si concentrano sul momento del primo incontro, quando scatta l’attrazione che poi porta fino all’ happy ending, ma nessuno considera quello che viene dopo. Io sono sposata da molti anni e, come tantissime persone con un rapporto stabile, mi sono quasi dimenticata di quel primo istante. Ciò che rimane veramente sono gli anni trascorsi insieme, le difficoltà affrontate e l’impegno di crescere i propri figli. Ecco, il film parla esattamente di questo.” Nelle sale italiane da febbraio distribuita da
Lucky Red , questa storia porterà con sé una ventata d’ incredibile modernità per una società come la nostra, ostinata ad imporre un unico modello di famiglia possibile e plausibile. In America, paese caratterizzato comunque da grandi incoerenze, l’omosessualità sembra non suscitare grandi sensazionalismi, così come la presenza di famiglie omo sembra caratterizzare la vita quotidiana di scuole e comunità. “
Più di una decina di anni fa negli Stati Uniti è iniziato uno studio sui figli cresciuti in famiglie con due padri o due madri. – continua Julienne Moore –
la ricerca ha messo in evidenza ragazzi equilibrati e assolutamente sereni. Delle persone splendide e di successo. Questo ci fa capire che non è importante vivere in una famiglia “tradizionale” ma è fondamentale avere dei genitori capaci di amore e dedizione. Credo che la vera definizione di famiglia sia dato dal tempo che gli dedichi e dall’entusiasmo che metti nell’accompagnare i tuoi figli verso l’età adulta.”
di Tiziana Morganti
– leggi anche:
{joomplu:1032}{joomplu:1033}{joomplu:1034}