Così, la romana Giulia Villoresi entra in punta di piedi nel mondo della narrativa, con
La Panzanella, un romanzo che ci porta indietro nel tempo dell’adolescenza.
Carlotta Cordelli è una ragazzina che non si piace e che sa di non piacere agli altri per i suoi difetti che, come ogni adolescente, vede moltiplicarsi all’ennesima potenza, riflessi nello specchio.
La chiamano ‘la gnoccolona’, per la sua inettitudine alla vita che la porta a chiudersi in se stessa, in un mondo fatto di sogni, desideri e poco coraggio di realizzarli. Poco coraggio a causa della scarsa fiducia in se stessa e del timore di affrontare un mondo fatto di differenze, competizioni, rifiuti.
Eppure, Carlotta è una ragazzina che si trova a fare tutto per la prima volta e, forse, nonostante le problematiche che comporta, l’adolescenza è bella proprio per questo.
Così, ne
La Panzanella, Giulia Villoresi dà voce a una Carlotta alla ricerca di bellezza e amore, tra i ricordi dell’infanzia, durante la quale ha subito le cattiverie delle suore, fino ai pomeriggi in discoteca.
Le prime volte in cui ha provato a fumare nella villa della sua amica a Porto Ercole, di nascosto per non farsi scoprire dall’incomprensivo mondo degli adulti.
Le prime volte in cui è partita in viaggio da sola, ad Amsterdam, dove si è sballata con le droghe introvabili in Italia.
La prima volta che ha fatto l’amore con un ragazzo: uno più grande di lei, in una macchina scomodissima, come da copione.
Un libro semplice quello della Villoresi, come il tipico piatto toscano da cui è tratto il titolo. Semplice ma nostrano, buono e gustoso, che stimola le papille gustative come le parole di Carlotta stimolano i nostri ricordi, facendoci intraprendere un viaggio nella memoria, a metà strada tra il gioioso e il nostalgico.
di Maria Sara De Marco