Phoenix

Il primo un dramma berlinese postbellico a tinte hitcockiane, autoanalisi del senso di colpa intimo e nazionale in un thirller sentimentale con una Nina Hoss “che visse due volte”. Il secondo un incalzante elegante dramma internazionale che letteralmente riesuma il tema “desaparecidos”

I fantasmi del ritorno. Anche se indossassero scapette rosse e scricchiolassero dentro le orecchie del popolo ammassato nell’architettura sociale e urbana della nazione, non sarebbero visti. 1945, secondo conflitto mondiale appena finito, macerie da valutare, selezionare, ripulire. Nelly torna a Berlino con il volto sfigurato, sopravvissuta ad Auschwitz senza identità ma con un volto nuovo, trasformato dall’operazione di plastica subita. A casa, il marito Johnny non la riconosce ma pensa di sfruttarla per ottenere l’eredità della famiglia della moglie, alla quale la donna misteriosa sembra lontanamente assomigliare. Gioco di specchiati inganni per una coppia che tenta di scoprirsi, intrappolarsi, penetrarsi, fuggirsi vicendevolmente nell’abbraccio di una città e di una civiltà che deve imparare ancora l’alfabeto della schiettezza, della responsabilità e della tolleranza.

Presentato nella sezione Gala del Festival Internazionale del Film di Roma, Phoenix del tedesco Chrstian Petzold, esplora con autocritica perentoria e sottile l’ingobrante passato della Germania, attraverso l’intimo dolore di una donna che deve ricostruirsi dinanzi ad un intero sistema sociale, strisciando con dignità nel tunnel fangoso degli affetti perduti e delle scomode verità sotterrate. Petzold si basa sulla fermezza malleabile di un’ottima interprete femminile, Nina Hoss, osando una seduta di deframmentazione e rieducazione collettiva al ricordo. Dimostrando la complessità traumatica e intestina, profonda, urticante, della tragedia storica come della tragedia singola, umana, etica, epiteliale. Visivamente raccoglie le ceneri, tassello dopo tassello, ritraendo progressivo il volo della sua donna-fenice.

Regia di Christian Petzold. Con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf. Germania 2014. Durata 98 minuti

NN

Figli di un dio minore o distratto che non ha potuto proteggerli. Figli di un’era senza diritti. Eredi della politica della sopraffazione. Cadaveri esemplari di un mondo delle meraviglie orrifiche, dove un’esistenza è mero prestesto, trastullo, scusante, strumento, per i regimi di turno. Sono creature senza identità, apparizioni nella nebbia. Sono corpi della risacca storica.

Quando i resti di un uomo scomparso durante gli scontri politici in Perù vengono riesumati nulla può aiutare a identificarlo, se non, forse, una fotografia ancora miracolosamente intatta. L’immagine di una ragazza, sopravvissuta nella tasca della giacca dell’uomo. L’intraprendeza e la sensibilità anticonvenzionale di una serie di personaggi e “casi”, condurrà lungo il filo tortuoso di un dramma di carne, ossa, complotti, delitti politici, allucinazioni di massa.

Presentato nella sezione Cinema Oggi del Festival Internazionale del Film di Roma, NN, diretto da Héctor Gálvez, è un thriller misurato e coinvolgente, drastico ma pacato, che conferma la tendenza militante e filosofica del cinema sudamericano foltamente rappresentato alla kermesse capitolina.

Regia di Héctor Gálvez. Con Paul Vega, Isabel Gaona, Antonieta Pari. Francia, Germania, Perù 2014, Durata 95 minuti

di Sarah Panatta