pornplacevr
pornplaybb.com siteripdownload.com 1siterip.com
Il terribile gioco delle verità di un elettrico Happy Birthday
Giugno 7, 2011
Tra polemiche e arti marziali: Kung Fu Panda 2
Giugno 7, 2011
Show all

Sorrisi amari con Four Lions

four-lions-poster-italia_mid

Si ride e si riflette sull’idiozia del terrorismo islamico con la tragicomica storia dei quattro incapaci attentatori

E’ possibile affrontare lo scottante e attuale tema del terrorismo islamico utilizzando il linguaggio leggero proprio della commedia? Four Lions, black comedy diretta da Chris Morris e scritta dallo stesso regista insieme a Jesse Armstrong e Sam Bain, è la dimostrazione che ridere, sorridere e pensare sono reazioni conciliabili e auspicabili per un cineasta il cui intento è servirsi del codice comico per smascherare l’idiozia di un’ideologia maldestra.

Four Lions è una grande prova di scrittura e di regia perché affronta una spigolosa questione da un’angolazione spiazzante e onesta nel suo sberleffo. Al suo esordio cinematografico, Morris – brillante autore, produttore, conduttore televisivo e radiofonico britannico – conduce la disamina sull’aggregazione e sulle dinamiche di gruppo dei jihadisti puntando una lente di ingrandimento sull’inimmaginabile comicità appartenente al loro modus operandi. Allinea il latente ma diffuso aspetto ridicolo dell’addestrato mondo terroristico allo stile filmico per comunicare a tutti un messaggio importante: un credo politico e religioso basato sull’uccisione è stupido oltremodo. Il ricorso all’approccio scanzonato è l’unico modo per addentrarsi nel cuore di un argomento così delicato schivando il rischio di una irriverenza inappropriata o inefficace.

Four Lions ci inchioda alla poltrona con la storia di Omar (Riz Ahmed), Way (Kayvan Novak), Barry (Nigel Lindsay) e Faisal (Adeel Akhtar), un manipolo di imbranati aspiranti terroristi che vivono a Londra e vogliono compiere un attentato nel loro Paese. Dalle blande motivazioni alle sbagliate registrazione del messaggio video, dall’assurda scelta dell’obiettivo alla sgangherata pianificazione della strategia, dagli ambiziosi risultati prefissati alla deludente e amara messa in atto finale, il film genera un flusso continuo di risate il cui bersaglio è la miseria dell’essere umano assoggettato a una bieca dottrina. La folle ottusità dei protagonisti gioca con i luoghi comuni, sdrammatizza i momenti neri, colpisce e affonda quel pensiero integralista che basa la sua ragion d’essere sulla morte sacrificale degli adepti. All’occhio di chi guarda non è lasciato il tempo di commuoversi neanche dinanzi alla morte, dissacrata nei suoi tabù, mentre è sollecitato a considerare gli errori che si annidano nel terrore della diversità, nella diffidenza verso l’altro e nella sconsiderata accettazione di un comandamento anti-umano.

La demenzialità dell’incosciente quartetto, le gag comiche e lo stile di ripresa a volte volutamente amatoriale concorrono a ridurre il fondamentalismo islamico a una dimensione più umana fatta di paure, debolezze e irrazionalità, dove è facile comprendere che il ‘terrorismo è ideologia ma è anche idiozia’.

 

di Francesca Vantaggiato