Giampaolo Mattei: bisogna fare rete ed informare. Vogliamo giustizia
Nella notte del 16 aprile 1973 alcuni aderenti all’organizzazione extraparlamentare di estrema sinistra Potere Operaio versarono benzina sotto la porta dell’appartamento abitato dalla famiglia composta da Mario Mattei, dalla moglie Annamaria e i figli, al terzo piano delle case popolari di via Bernardo da Bibbiena. Mattei era allora il Segretario della Sezione Giarabub del Movimento Sociale Italiano, in via Svampa a Primavalle. Divampò un incendio che distrusse rapidamente l’intero appartamento. La madre Annamaria e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riuscirono a fuggire dalla porta principale ed a salvarsi con altre due figlie: Lucia di 15 anni e Silvia di 19. Virgilio di 22 anni e Stefano di 10 anni, invece, morirono. Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione della loro azione: “Brigata Tanas – guerra di classe – Morte ai fascisti – la sede del MSI – Mattei e Schiavoncino colpiti dalla giustizia proletaria”. Nel quarantesimo anniversario della strage di Primavalle, il Centro documentazione archivio Flamigni, in collaborazione con l’Associazione fratelli Mattei, il Comune di Oriolo Romano e la Provincia di Viterbo, ha organizzato un dibattito nel quale sono intervenuti: Giampaolo Mattei, Ilaria Moroni, Sergio Flamigni, Francesco Maria Biscione, Andrea Rusich, Graziella Lombi. È stato proiettato il documentario Prima Ora. L’iniziativa si è svolta sabato 23 marzo alle 16.00 nella sala polifunzionale di Oriolo Romano, in piazza Clemente X, 5.
Un evento tragico, di cui vengono ritenuti responsabili Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo. Tuttavia, rimasti pressoché impuniti. Tanto che il caso fu riaperto nel 2005. Ora i parenti delle vittime chiedono giustizia. Per tale motivo abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di Giampaolo Mattei.
Il processo del 2005 e la sua riapertura è stata la solita polvere agli occhi di chi per tanti anni ha sofferto. Mi ha colpito soprattutto l’inefficienza e l’indifferenza dei giudici e PM nell’affrontare un delitto che ancora oggi, nel 2013, chiede ancora giustizia.
I media sicuramente lo hanno tratta molto meglio, anche perché l’assassino dei miei fratelli ha fornito loro degli elementi che fino a quel momento erano celati da bugie e false ricostruzioni.
Il 26 novembre del 2010 sono stato a colloquio con Ilaria Moroni ho potuto ammirare con i miei occhi l’Archivio ed abbiamo fatto una “chiacchierata” per più di 3 ore e mezza spaziando su tutto lo scenario politico e su come affrontare il discorso sulla condivisione della memoria nel nostro Paese. Siamo stati d’accordo su moltissime cose, dato che le finalità dell’Associazione Fratelli Mattei coincidono per l’80% con quelle dell’Archivio Flamigni: il loro obiettivo è quello di riunire il più possibile gli sforzi di tutte le Associazioni, a prescindere dall’appartenenza politica. Quindi l’iniziativa di Oriolo è importante per tanti motivi, uno su tutti è quello che finalmente si possa parlare o dibattere sulla Strage di Primavalle in tutti gli ambienti politici e culturali. Così come è sorto un buon rapporto con l’Archivio Flamigni, che spero che nei prossimi mesi si consolidi, realizzando congiuntamente altre iniziative utili, sia da un punto di vista sociale che pedagogico.
Il documentario “Prima Ora” è uno spaccato della nostra società, ed è stato girato in una scuola di Tiburtino Terzo (Istituto Statale D’Arte Roma 2): un’esperienza bellissima che ha permesso ai ragazzi di confrontarsi con una lezione sugli anni di piombo. Ciò che ne è venuto fuori ha dato l’opportunità di riflettere, sia a loro che a me; personalmente ritengo che se i ragazzi non conoscono le vicende oppure le conoscono in maniera errata, la colpa non sia loro, ma di chi non ha avuto il “coraggio” o la possibilità di raccontare le storie vere di quegli anni, dando così una verità assoluta e togliendo tutte le strumentalizzazioni politiche e personali adeguate per informarsi e crearsi un’opinione corretta. Sono più che consapevole che quegli anni sono tuttora oggetto di strumentalizzazione per rinverdire ancora il seme dell’odio politico e del proprio prossimo. La soluzione è quella di fare tanti incontri, come quello organizzato dall’Archivio Flamigni, e parlare direttamente e confrontarsi. Credo che sia l’unico modo per togliere le strumentalizzazioni che portano i ragazzi a compiere quei gesti, far capire loro che la violenza porta solo violenza e non soluzione ai problemi.
Sinceramente non ho elementi per credere o non credere di questa volontà da parte del nuovo Presidente del Senato. Comunque, io sono a disposizione per collaborare e fornirgli tutti gli elementi per istituire un nuovo procedimento giudiziario a carico anche di ignoti, per giungere ad una sentenza giusta e vera, non come quella dell’85 di omicidio colposo. Sono disponibile a dare il mio massimo appoggio al nuovo Presidente del Senato, per dare la verità dei fatti e rendere giustizia alla morte dei miei fratelli, ma anche per onorare chi quella notte è rimasto segnato nel profondo.
La strategia della tensione ancora oggi è molto usata, sicuramente con mezzi differenti; per assurdo, constatiamo che l’epoca moderna è dominata dal paradosso che, pur vivendo in un mondo sempre connesso alla Rete, strumento utilizzato tantissimo, c’è molta disinformazione; Internet, invece di portare informazione, sembra alimentare l’ignoranza, poiché, a volte, usato in maniera errata; esso sembra succube di una comunicazione non troppo responsabile, che contribuisce ad alterare e mistificare la realtà dei fatti. O non fornisce i giusti mezzi, atti a creare un’opinione pubblica cosciente.
Per trovare una soluzione agli anni di piombo e alle stragi, il da farsi è molto semplice: le istituzioni tutte dovrebbero mettersi d’accordo e lavorare per tirare fuori tutti gli intrighi di allora e raccontarli al popolo italiano. Ma non credo che le istituzioni e lo Stato abbiano la voglia ed il coraggio di rendere conto di tali questioni agli italiani.
L’associazione Fratelli Mattei nasce nel ricordo di Stefano e Virgilio, ma soprattutto sorge per percorrere quel sentiero che porti ad una verità, dopo anni di bugie, false ricostruzioni: dalla faida interna all’M.S.I., all’accusa di Achille Lollo rivolta a mio padre, che era stato lui ad uccidere i propri figli. L’Associazione ha solo questo compito: lavorare in questa direzione per dare ai miei fratelli il loro giusto posto nella storia di Roma e d’Italia, quali giovani morti da eroi in tempo di pace. Per il quarantennale stiamo organizzando una mostra, dei convegni e dei dibattiti a Roma, ma sto avendo anche dei contatti in altre città che hanno risposto all’evento di Oriolo inserito su Facebook.
Sicuramente il 16 aprile giorno della ricorrenza, poi stiamo creando un programma che riguardi tutto il 2013.
di Barbara Conti